Scorpio (Id., Stati Uniti 1972) di Michael Winner – Dvd dell’edizione italiana
Regia:  Michael Winner
Genere:  Thriller, Spionaggio
Origine:  Stati Uniti
Anno:  1972
Da vedere:  * * *
Sceneggiatura:  David W.Rintels, Gerald Wilson
Cast:  Burt Lancaster, Alain Delon, Paul Scofield, John Colicos, Gayle Hunnicutt, J. D. Cannon, Joanne Linville, Shmuel Rodensky, Melvin Stewart, Mary Maude, Burke Byrnes, James Sikking, Vladek Sheybal, Robert Emhardt, Walter Smithers, Frederick Jaeger, Celeste Yarnall, Jack Colvin, George Mikell, Morgan Farley, Howard Morton
Formato:  Dvd 1 disco. Video: 1.78:1- Widescreen Version 16:9 / Audio: Mono Dolby Digital
Edizione:  Prima italiana in Dvd del 2004
Casa di produzione:  MGM Home Entertainment
Lingua:  Inglese, Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo
Durata:  1 h e 50 minuti
Sottotitoli:  Italiano, Francese, Olandese, Spagnolo, Olandese, Svedese, Finlandese, Norvegese, Danese, Polacco, Greco, Rumeno
Direttore della fotografia:  Robert Paynter
Musiche:  Jerry Fielding
Colore/BN:  Colore
Note: 
Prima edizione italiana in Dvd di Scorpio (1972) di Michael Winner. È una spy-story ambientata in piena Guerra Fredda e arricchita di suggestioni noir dagli abili sceneggiatori Rintel e Wilson. Sostenuto da una solida regia, il film deve la sua tenuta soprattutto alla straordinaria performance di Burt Lancaster nel ruolo di Gerald Cross, agente della Cia braccato dai colleghi, e di Alain Delon in quello del sicario Jean Lorrier, detto Scorpio.
Sinossi: 
Jean Lorrier, conosciuto col soprannome di Scorpio, è un giovane ex ufficiale dei paracadutisti francesi in Algeria che è diventato un assassino a contratto. All’inizio del film, lo vediamo impegnato in un’azione che prevede l’uccisione di un dittatore eritreo filo-americano. Scorpio riesce a centrare il suo bersaglio con un colpo solo alla testa durante i concitati momenti nei quali il dittatore cerca di sfuggire a un attentato diversivo ai suoi danni, mentre è appena atterrato all’aeroporto di Parigi in visita diplomatica. La brillante missione, escogitata per accendere i riflettori su un’organizzazione di terroristi di sinistra, è stata coordinata da una vecchia volpe della CIA, l’agente Gerald Cross, che di Scorpio è amico e mentore. I due prendono un volo di linea per Washington e, una volta arrivati a destinazione, tornano alla propria routine quotidiana. Scopriamo presto che Cross ha una moglie devota, e che Scorpio è innamoratissimo di Susanna, amica della sorella, oltre a coltivare una passione per i gatti randagi.
Nonostante l’esperienza e il fiuto, qualità maturate nei servizi segreti fin dai tempi della Seconda guerra mondiale, l’attempato Cross non sospetta che a poterlo uccidere sia proprio il suo allievo Scorpio, al quale è stato proposto un contratto. A volere la morte di Cross è MacLeod, un dirigente della CIA che, su suggerimento del collega Filchock, ha pensato di coinvolgere Scorpio. Questi si è rifiutato di portare a compimento la propria missione a Parigi perché Cross lo ha prevenuto assoldandolo per l’eliminazione del dittatore, e poi perché si è intestardito a conoscere i motivi per i quali è stata ordinata l’eliminazione di uno dei più abili agenti dell'”organizzazione”.
Dopo essere stato ricattato, con la prospettiva di finire in galera per spaccio di stupefacenti, Scorpio viene prelevato con la forza, mentre è a letto con la sua Susanna, e portato di fronte a McLeod e a Filchock. Il giovane killer si difende bene, minacciando di rivelare i particolari dell’operazione all’aeroporto parigino, ed è allora che gli vengono fornite alcune prove del presunto tradimento di Cross che, secondo McLeod, si è venduto da tempo al KGB.
Presto intuiamo che Scorpio è finito in un gioco di potere dalle dinamiche misteriose, e che forse McLeod è spinto da turpi motivazioni personali a perseguire l’eliminazione del collega. Scorpio ammira profondamente Cross e la sua etica malinconica, al punto da ritenerlo un esempio da seguire. Ed è per questo che rimane sconvolto quando apprende che egli è passato dalla parte dei sovietici.
“Siamo pedine di un gioco di cui non ci frega nulla. E, tra pedine, ci si mangia tra noi” – così Cross valuta lucidamente la dinamica del gioco al massacro nel quale è invischiato, i letali intrighi della Guerra Fredda. Ogni volta che si ritrova a riflettere sul suo “maledetto mestiere”, Cross rivendica una diversità da “dinosauro” in un mondo consegnato al caos e governato da grigi burocrati privi di ideali.
Cross condivide nostalgie e rimpianti col coetaneo Sergei Zharkov, un agente originario di Kiev che egli ha conosciuto sul fronte antifranchista in Spagna, un avversario che si è trasformato in amico fraterno. A convincere Scorpio del suo tradimento sono proprio alcune fotografie che ritraggono Cross e Zharkov durante uno dei loro incontri. E in più, Scorpio vuole prendere il posto di Cross nell'”organizzazione”. Tutte le sue richieste, compresa quella di una ricompensa di 25.000 dollari, vengono accettate da McLeod.
Proprio mentre si reca in auto alla CIA per consegnare le proprie dimissioni al perfido McLeod, Cross si accorge di essere inseguito per le strade di Washington da alcuni agenti che tentano di ucciderlo. Dopo averli neutralizzati in uno spettacolare tamponamento, Cross telefona alla moglie per avvertirla della sua fuga e poi, con la complicità di Pick, un biscazziere nero che gestisce un centro sportivo, fa perdere le proprie tracce travestendosi da sacerdote.
Il nuovo rifugio di Cross è a Vienna, in una delle abitazioni segrete di Zharkov. Questi avverte l’amico americano che il KGB vorrà presto convincerlo a passare nelle sue file. Se Cross rifiuterà l’invito del glaciale dirigente sovietico Malkin, è certo che arriverà anche da est l’ordine di eliminarlo. Nel frattempo, Scorpio ha intuito che la sua preda ha provato a contattare il vecchio amico. Da Zemetkin, una spia doppiogiochista, il killer si fa rivelare che la base del sovietico Zharkov è a Vienna.
Durante una solenne sbronza conciliatoria, Cross confessa a Zharkov l’intenzione di ritirarsi (“Non ci sono più segreti che meritino di essere rubati”), anche perché sente di essere “bruciato”, ma questi non gli crede. E in effetti, l’inossidabile Cross è più che mai attivo e ha preparato un piano per allontanare la moglie Sarah da Washington e farla arrivare a Vienna dopo uno scalo a Roma. Cross ha capito che Scorpio è sulle sue tracce, ma si oppone all’ipotesi di farlo eliminare.
Scorpio è arrivato a Vienna. Insieme al funzionario dell’ambasciata USA Mitchell, coadiuvato da due agenti dei servizi viennesi Novins e Dor, egli comincia a pedinare gli amici di Cross, utilizzandoli come esche. Presto Scorpio riesce a scoprire che Cross ha per complice l’insospettabile violoncellista ebreo Max Lang, da lui liberato da un campo di sterminio nazista quando era ufficiale di collegamento nel 1945.
Scorpio viene contattato da Cross in albergo (attraverso una cartolina turistica) per un appuntamento allo Schönbrunn Palace, dove l’agente in fuga lo avverte di un pericolo: MacLeod vuole morto anche lui.
Scorpio non molla la sua preda. Fa intercettare le telefonate da Vienna a Washington e scopre che il violoncellista Lang è in contatto con la moglie di Cross, Sarah, oltre a fargli da corriere per ritirare il denaro dalla banca e per spedire un messaggio agli uffici della CIA.
A Washington McLeod ordina che sia perquisita l’abitazione di Cross dopo che Sarah è stata filmata mentre si recava al museo della biblioteca del Congresso per incontrare un misterioso contatto. Coloro che compiranno la perquisizione dovranno comportarsi come dei ladri d’appartamento.
A Vienna, invece, Cross va a casa di Lang e rischia di cadere in una imboscata tesagli da Scorpio dopo essersi accorto che il suo amico ebreo è stato torturato e ucciso dagli agenti Novins e Dor. Segue una sparatoria durante la quale Cross fugge inseguito da Scorpio e da un altro agente. La caccia all’uomo prosegue nei meandri del cantiere di un edificio in costruzione. Qui Cross provoca un’esplosione, uccide uno dei suoi inseguitori e riesce a fare perdere le sue tracce.
Nel frattempo, a Washington, la perquisizione ordinata da McLeod ha un esito tragico perché Sarah viene incidentalmente uccisa dopo aver ferito un agente davanti a un delinquente, Paul Milne, utilizzato come fiancheggiatore per l’impresa. Appresa la notizia, Cross perde ogni desiderio di fuggire.
Dal canto suo, Zharkov riesce a liquidare un agente inviato dal funzionario dell’ambasciata USA Mitchell, e aiuta Cross a liberarsi di Malkin, il dirigente del KGB che insiste ad averlo a Mosca. Zharkov fa incontrare Cross e Malkin alla stazione di Vienna, li fa fotografare in una posa che documenta una intesa tra i due, e poi minaccia il dirigente di spedire i compromettenti scatti a Mosca. In seguito, egli crea delle prove per far credere alla CIA che Cross si sia trasferito in Unione Sovietica.
Ora Cross è libero di tornare a Washington per vendicarsi di McLeod, responsabile della morte della moglie. Ancora una volta Scorpio intuisce le sue intenzioni, ma svela a McLeod e al suo braccio destro Filchock di non voler portare a compimento la sua missione perché progetta di rifugiarsi a Parigi e sposare Susan.
Alla CIA arrivano alcune fotografie che mostrano Cross all’aeroporto di Mosca mentre saluta calorosamente i funzionari del governo e dei servizi segreti sovietici. L’ambizioso Filchock, pronto a prendere il posto del suo superiore McLeod, annuncia a Scorpio che la sua missione è annullata, ma insinua pure che l’aeroporto dell’approdo di Cross potrebbe essere quello di Praga o di Budapest. Scorpio ribatte che la vita di McLeod è in pericolo perché, secondo lui, Cross è già a Washington per ucciderlo.
In effetti, aiutato dal sodale biscazziere Pick, Cross riesce a rintracciare Paul Milne, il fiancheggiatore del finto furto nel suo appartamento. Minacciando di bruciarlo vivo, egli si fa rivelare dall’uomo chi ha materialmente sparato alla moglie.
Nel corso di un incidente simulato, Cross si confonde tra la folla e con un solo colpo di pistola fulmina MacLeod, rimasto solo nell’auto bloccata nell’ingorgo.
Alla vigilia del suo ritorno in Francia, Scorpio si convince che la sua missione deve essere perseguita. Nuove prove, fornitegli da Filchock, rivelano che Cross, negli anni, si è coperto le spalle, creando una propria rete di contatti e amicizie, e che ha depositato una notevole quantità di denaro in conti correnti segreti a Zurigo, a Dallas e in Panama.
L’ostinazione di Scorpio consente di scoprire una verità per lui sconvolgente. Esaminando la registrazione degli spostamenti di Sarah, egli nota che la sua Susan ha incrociato la moglie di Cross al museo della biblioteca del Congresso. Per Scorpio questa è la prova di una macchinazione ordita da Cross che, fin dall’inizio, ha previsto il suo coinvolgimento. Susan è un corriere cecoslovacco che Cross utilizza per passare informazioni e trasferire denaro.
La resa dei conti non può essere rinviata. Sconvolto dalla rabbia, Scorpio segue Susan fino a un garage. Qui la ragazza incontra Cross. Susan va incontro a Scorpio nella speranza di fermarlo, ma lui la elimina senza pietà.
Cross non accenna ad alcuna reazione per difendersi: “Dovrai guardarmi negli occhi prima di uccidermi”, dice ormai stanco al giovane killer che gli si para davanti e che gli risponde: “Non sarà un problema per me. Non questa volta”.
Per prima cosa Cross spiega di non conoscere i piani di Susan e di averla utilizzata come corriere per una somma di denaro da recuperare. Afferma pure che desidera morire e spera che la sua esecuzione, una volta conosciuta dai mandanti della CIA, possa salvare la vita a Scorpio: “Se mi uccidi farai un favore a entrambi”, gli dice. I due si guardano negli occhi. Scorpio vince la sua commozione e spara. Prima di morire, Cross ha il tempo per un ultimo sfogo: “C’è una stanza in fondo all’ufficio di LcLeod dove si fa un gioco che è un po’ come il Monopoli, solo che molte persone si fanno male. L’obiettivo non è vincere… ma nemmeno perdere, l’unica regola è rimanere in gioco”.
Uscito all’aria aperta, fuori dal garage, Scorpio incrocia un gatto selvatico e si ferma ad accarezzarlo. Proprio in quel momento, da un auto in sosta, un killer lo uccide con un colpo di pistola.
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