lunedì, 16 Settembre 2024

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Le mille e una notte con illustrazioni e fregi di Duilio Cambellotti – 2 volumi / Istituto Editoriale Italiano 1913

Le mille e una notte con illustrazioni e fregi di Duilio Cambellotti – 2 volumi / Istituto Editoriale Italiano 1913

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Autore/i:  Vari sconosciuti

Tipologia:  Raccolta di novelle

Editore:  Istituto Editoriale Italiano, Collana "Costruire - Biblioteca dei ragazzi", nn. 13 - 14

Origine:  Milano

Anno:  1913

Edizione:  Prima

Pagine:  Volume I : 382 // Volume II : 372

Dimensioni:  cm. 18 x 12

Caratteristiche:  2 volumi ognuno dei quali in legatura tela bianca con titolo in oro al piatto e decori gigliati verdi, due gigli in rosso al dorso. Con all'interno frontespizio con vignetta in nero, fregi e, distribuite nei due volumi, 20 tavole a colori fuori testo con illustrazioni di Duilio Cambellotti

Note: 

Versione non integrale delle novelle di Mille e una notte (in araboألف ليلة وليلة‎, Alf layla wa layla; in persianoهزار و یک شب‎, Hezār-o yek šab) pubblicate in due volumi, presumibilmente nel 1913 (la data non è indicata), nella collana «La Bibioteca dei ragazzi» dell’Istituto Editoriale Italiano di Milano (composizione a cura delle Officine dell’Istituto Editoriale Italiano realizzata dalle maestranze: Ubaldo Antoniani, Pietro Betteni, Serafino Nicolini, Giuseppe Riva; per la rilegatura: Francesco e Gino Radice). I due volumi ospitano al loro interno (in tavole con vignette applicate) la riproduzione di 20 tempere a colori realizzate dal pittore e scultore Duilio Cambellotti (10 maggio 1876 – 31 gennaio 1960) che disegnò anche i fregi che decorano le copertine e le pagine delle pubblicazioni. 

 

In GALLERY sono presenti alcune delle illustrazioni di Duilio Cambellotti per questa edizione

 

« Le venti tempere realizzate da Duilio Cambellotti per Le mille e una notte furono pubblicate in due volumi nella collana «La biblioteca dei ragazzi», edita dall’Istituto Editoriale Italiano di Umberto Notari. I volumi della collana non riportano una data di pubblicazione, ma la citazione comparsa nel Corriere dei piccoli del novembre 1913, che ne annunciava la vendita, permette di stabilire un termine “ante quem” per la realizzazione finale del testo. L’artista cura l’intera veste grafica della collana, con particolare attenzione alla copertina, ai risguardi e al frontespizio, arricchiti da raffinati disegni ispirati al mondo dell’infanzia e al mondo animale. L’unità progettuale del libro, a cui Cambellotti riserverà un’attenzione particolare, è così ricordata dall’autore: “Per decorazione del libro io intendo la collaborazione dell’artista all’allestimento del volume; cominciando dalla scelta della carta e dei caratteri, alla esecuzione dei fregi e dei disegni fino alla determinazione del modo più acconcio per riprodurli” (cit. in Bertieri, 1916, p.130). 

Di formato ridotto, i volumi presentano le copertine in tela bianca o cartone verde, con raffinate decorazioni di gigli verdi e rossi corredati da titoli in oro. Le tempere originali, di cui quella relativa alla Storia del terzo Calendar è andata dispersa, sono state riprodotte su carta patinata incollata su cartoncino blu con fregi dorati, sacrificando nella riproduzione a stampa l’accesa vivacità della originaria qualità cromatica.

Come prezioso “libro nel libro”, le tavole sono uno scrigno enciclopedico del fantastico, dove il genio ad un tempo realistico e visionario dell’artista non indugia sui particolari descrittivi, ma concentra l’attenzione sul segno e sul colore, rielaborando i luoghi e i paesaggi dei racconti di Scheherazade con straordinaria fantasia e inesauribile sapienza compositiva. In questo suggestivo intreccio di forme, rimandi e simbolismi, Cambellotti realizza dei gioielli narrativi di incomparabile qualità e forza poetica, dove la realtà è sostituita dalla dimensione del sogno e dell’irrazionale. Giulio Carlo Argan ricorda con emozione “le città di cristallo, le grandi distese verdi e turchine di mare, gli uccelli dalle ali enormi e i serpenti dalle spire spropositate” (Il buttero cavalca l’Ippogrifo, 1978).

Originale la capacità dell’artista di comprimere i piani prospettici, inquadrando i suoi personaggi fiabeschi in spazi rettangolari, dove la bidimensionalità e la verticalizzazione dell’immagine sembrano annullare la profondità dello spazio. Così nelle tavole che raffigurano La storia del mercante e del genio I tre Calender figli di re lo spazio tra le figure è riempito da una sistematica ripetizione di linee sinuose, mentre nella Storia del re greco e del medico Douban gli elementi si sovrappongono in una sorta di esasperato “horror vacui”. Virtuosismi stilistici di grande effetto decorativo sono raggiunti in altre tavole, come ne La storia secondo Calender, impreziosita da un elegante gioco di “pointillisme” alternato ad un audace accostamento di tinte squillanti a contrasto: una visione a compartimenti simile al “cloisonnisme”, che rende le illustrazioni simili a vetrate scolpite dal sole. Da una visione oggettiva complessa l’artista trattiene solo l’essenziale, creando una composizione dove i segni di contorno, nella loro funzione di linee divisorie delle parti, suggeriscono sia la forma reale delle cose che il loro valore nella composizione.

L’attenzione del lettore è concentrata su pochi elementi ritenuti centrali della favola; l’autore elimina i particolari descrittivi, preferendo saturare la pagina con il segno e i colori e ripete gli schemi decorativi, quasi a voler sottolineare l’evento per fissare nella memoria l’episodio narrato. Il risultato finale è il raggiungimento di superbe soluzioni cromatiche dove la stesura del colore, ritagliata entro definite campiture delimitate da una linea continua, rivela la matrice secessionista dello stile grafico dell’artista. Evidenti infatti sono le citazioni da Klimt nella Storia del re greco e del medico Douban, come anche i richiami a Munch ne La storia di Alì Babà e dei quaranta ladri sterminati da una schiava.  »

( da Duilio Cambellotti – Mito, segno e immaginea cura di Daniela Fonti, Nicoletta Muratore, Isabella Di Stefano, Roma, De Luca Editori d’Arte, novembre 2006 )

    

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