Le avventure di Charlot di Giuseppe Marotta – Edizione 1974
Autore:  Giuseppe Marotta
Tipologia:  Raccolta di racconti
Editore:  Bietti, Collana "Lo Scaffale d'Oro - Letture di classe"
Origine:  Milano
Anno:  1974
Caratteristiche:  Brossura con copertina plastificata illustrata da una fotografia di scena in bianco e nero riquadrata ("Il monello" di Chaplin), titoli in nero sottolineati in verde su fondo bianco
Edizione:  Seconda
Pagine:  145
Dimensioni:  cm. 19,5 x 13,5
Note: 
Seconda edizione di Le avventure di Charlot di Giuseppe Marotta, pubblicata dalla Casa Editrice Bietti di Milano nella collana scolastica Lo Scaffale d’Oro-Letture di classe. Una raccolta di racconti dello scrittore napoletano (scomparso nel 1963) ispirati ai cortometraggi di Charles Chaplin nei panni di Charlot. La pubblicazione, destinata ad alunni di scuole medie, ospita la prefazione di Giuseppe Marotta jr. accanto alle note e al commento didattico a cura di Claudio Redi. Con 9 illustrazioni in bianco e nero (fotografie di scena tratte da alcuni cortometraggi e mediometraggi di Chaplin) fornite dalla Cineteca Italiana.
INDICE
Chi è Charlot / Voler bene a Charlot / Charlot palombaro / Charlot dentista / Charlot rapinatore / Charlot rabdomante / Charlot pompiere / Charlot marinaio / Charlot capitano marittimo / Charlot scienziato / Charlot esploratore / Charlot fachiro / Charlot ministro / Charlot eterno
Sinossi: 
« (…) Oppure potrei dirvi, ragazzi, che un’altra volta Charlot… Un’altra volta e poi ancora un’altra volta, e sempre un’altra volta: non finiscono dunque mai le avventure di Charlot ? Non finisce dunque mai Charlot ? Non è una creatura come tutte le altre, che nasce, cresce, invecchia e muore ? Sì e no, ragazzi miei. Ci sono parole – “vita” per esempio, la parola “vita” – il cui significato cambia moltissimo se si cambia l’articolato che la precede. Una “vita” è e non è “la vita”. La nostra vita è una piccola parte della vita, la quale non comincia e non finisce con noi. Lo capite questo? e così Charlot non è un uomo, sia pure minuscolo, lacero e buffo, col bastoncino tra le dita e la bombetta sul capo: l’uomo è forse più degno del nome di uomo appunto perché non comanda eserciti e non presiede consigli di ministri, non ha palazzi e non ha casseforti, non ha né bellezza né rare virtù, è la regola e non l’eccezione, è minuscolo, lacero e buffo come la maggioranza degli uomini. Perciò le avventure di Charlot non possono finire; perciò charlotte non può morire. Questo libretto deve necessariamente avere la sua conclusione, ragazzi miei, e sarà subito dimenticato; Charlot invece continua, come continuano le albe e i tramonti, il mare e le stelle. Ritroverete Charlot dovunque qualcuno ride o piange o sospira. Ritroverete Charlot dovunque l’intelligenza, la bontà, il cuore non hanno fortuna. Ritroverete Charlot – e io ve lo auguro perché si tratta di un incontro malinconico ma gentile – in moltissima gente e qualche volta anche in voi stessi. Lo vedete ? Al termine di qualsiasi avventura, dopo avere accettato tranquillamente le percosse e le carezze altrettanto ingiuste o senza motivo che la sorte ha voluto impartirgli, scrolla le spalle, si volta verso l’orizzonte e cammina. »
( Giuseppe Marotta, dal capitolo Charlot eterno di questa raccolta )
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