Il poeta Lo Curzio premiato da Pirandello
Tipologia:  Articolo
Testata:  la Repubblica/Palermo
Data/e:  domenica 7 gennaio 2018
Autore:  Umberto Cantone
Articolo: 
Di Guglielmo Lo Curzio, poeta nato a Messina e vissuto a Palermo dove morì quasi centenario nel 1993, rimane ricercato “I ghigni della maschera” nel quale egli esibì all’esordio tutti i suoi motivi. In quel volumetto, edito dalla palermitana Libreria Trimarchi nel 1918, si notano già i sovratoni dei suoi amati poètes maudits, accanto a certe native causticità presenti nella sua produzione successiva. La faccia ghignante e il teschio raffigurati in copertina svelano una predilezione per il teatro (poi coltivata da saggista) e un cercato confronto col tema della morte. C’è di più: una di queste poesie, l’ode a un suicida anonimo, funziona come un presagio. “Accordi in minore”, raccolta per la quale Lo Curzio ricevette nel 1931 da Pirandello il premio dell’Accademia d’Italia, fu pubblicata dall’amico editore modenese di origine ebraica Angelo F. Formiggini che, nel 1938, non esitò a lanciarsi dal campanile della Ghirlandina per protestare contro le mussoliniane leggi razziali. Un gesto lancinante che il regime censurò, che Lo Curzio non smise mai di rievocare e il cui epitaffio sembrano proprio quei suoi “ghignanti” versi del ‘18: “Ti chiamaron pazzo: e un giorno, forse, / i saggi d’oggi saran folli o stolti, / e i pazzi saran saggi, e saran molti”.
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