lunedì, 16 Settembre 2024

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Il padrino (The Godfather Trilogy) – Edizione 40° Anniversario in Blu-ray restaurata da Francis Ford Coppola (con le immagini di “The Godfather, Part II” e “The Godfather, Part III” scena per scena)

Il padrino (The Godfather Trilogy) – Edizione 40° Anniversario in Blu-ray restaurata da Francis Ford Coppola (con le immagini di “The Godfather, Part II” e “The Godfather, Part III” scena per scena)

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Regia:  Francis Ford Coppola

Genere:  Saga Gangster

Origine:  The Godfather (Stati Uniti) // The Godfather, Part II (Stati Uniti) // The Godfather, Part III (Stati Uniti)

Anno:  The Godfather (1972) // The Godfather, Part II (1974) // The Godfather, Part III (1990)

Da vedere:  * * * * *

Sceneggiatura:  The Godfather: Francis Ford Coppola, Mario Puzo, tratto dal romanzo omonimo di Mario Puzo // The Godfather, Part II: Francis Ford Coppola, Mario Puzo, basato sul romanzo omonimo di Mario Puzo // The Godfather, Part III: Mario Puzo, Francis Ford Coppola

Cast:  The Godfather: Marlon Brando, Al Pacino, James Caan, Richard Castellano, Robert Duvall, Sterling Hayden, John Marley, Richard Conte, Al Lettieri, Diane Keaton, Abe Vigoda, Talia Shire, Gianni Russo, John Cazale, Rudy Bond, Al Martino, Morgana King, Simonetta Stefanelli, Angelo Infanti, Saro Urzì, Corrado Gaipa, Franco Citti, Lenny Montana, John Martino, Salvatore Corsitto, Richard Bright, Alex Rocco, Tony Giorgio, Vito Scotti, Tere Livrano, Victor Rendina // The Godfather, Part II: Al Pacino, Robert Duvall, Diane Keaton, Robert De Niro, John Cazale, Talia Shire, Lee Strasberg, Michael Gazzo, G.D. Spradlin, Richard Bright, Gastone Moschin, Tom Rosqui, B.Kirby Junior, Frank Sivero, Francesca De Sapio, Morgana King, Marianna Hill, Leopoldo Trieste, Dominic Chianese, Joe Spinelli, Maria Carta, Oreste Baldini, Livio Giorgi, Roger Corman, James Caan // The Godfather, Part III: Al Pacino, Diane Keaton, Talia Shire, Andy Garcia, Eli Wallach, Joe Mantegna, Franc D'Ambrosio, Sofia Coppola, Raf Vallone, Bridget Fonda, George Hamilton, Helmut Berger, Donal Donnelly, Franco Citti, Mario Donatone, Vittorio Duse, Enzo Robutti, Michele Russo, Al Martino

Formato:  Video: 1.78:1 Formato panoramico / Audio: Inglese 5.1 Dolby TrueHD - Italiano e Spagnolo 5.1 Dolby Digital

Edizione:  Collezione 40° Anniversario in Blu-ray del 2012: Box (cm. 29 x 23) contenente: Cofanetto (cm. 17, 5 x 13,5) con quattro Blu-ray ("The Godfather", "The Godfather, Part II", "The Godfather, Part III" e The Godfather/ Supplementi); The Godfather - Final Shooting Script - Screenplay by Mario Puzo and Francis Ford Coppola ; Busta contenente 10 cards virate color seppia con stills set (cm.12 x 18) di "The Godfather", "The Godfather, Part II", "The Godfather, Part III"; Mappa dell'albero genealogico della Famiglia Corleone (cm. 42 x 55)

Casa di produzione:  Paramount Pictures Corporation / Universal Pictures Italia S.r.l.

Lingua:  Inglese, Italiano, Spagnolo

Numero copie:  1

Durata:  The Godfather: 177 minuti // The Godfather, Part II: 200 minuti // The Godfather, Part III: 170 minuti

Sottotitoli:  Italiano, Inglese, Spagnolo, Greco, Portoghese, Polacco, Ungherese

Direttore della fotografia:  Gordon Willis

Musiche:  Nino Rota

Colore/BN:  Colore

Note: 

Edizione “Collezione 40° Anniversario” (2012) in Blu-ray della Trilogia del Padrino di Francis Ford Coppola. Il box contiene il cofanetto con tre dischi delle edizioni restaurate in digitale (con nuove tracce audio Digital Surround 5.1 e con il commento del regista) di The Godfather (1972), The Godfather, Part II (1974), The Godfather, Part III (1990) insieme a un disco con oltre 240 minuti di Contenuti speciali; la riproduzione in anastatica della sceneggiatura originale (Final Shooting Script) di The Godfather di Mario Puzo e Francis Ford Coppola; una busta contenente 10 cards virate color seppia di stills set dei tre film; il poster dell’albero genealogico della Famiglia Corleone.

 

INDICE

dei Contenuti speciali nel disco Il Padrino – Supplementi:

THE MASTERPIECE THAT ALMOST WASN’TMaking of della Trilogia di The Godfather, prodotto e diretto da Kim Aubry (Stati Uniti, 200830 minuti). Con gli interventi di Francis Ford Coppola, George Lucas, Steven Spielberg, William Friedkin, John Turturro, Alec Baldwin, Joseph (Joe) Mantegna, Kimberly Peirce, Guillermo del Toro, Richard Belzer (attore), David Chase (sceneggiatore e creatore della Tv Series The Sopranos), Trey Parker (co-autore di South Park), Walter Murch (co-fondatore dell’American Zoetrope Studio), Peter Bart (Vice presidente della Production Paramount Pictures dal 1967 al 1974), Robert Evans (Capo produzione della Paramount Pictures dal 1966 al 1975), Mick LaSalle (critico cinematografico del San Francisco Chronicle)

IL MONDO DEL PADRINO Documento sulle influenze della Trilogia di Coppola nelle Tv-series americane. A cura di Serena Warner (Stati Uniti, 2008 – 12 minuti). Con gli interventi, tra gli altri, di Joe Mantegna, David Chase, Trey Parker, William Friedkin, Tom Hanks, Stevie Van Zandt (attore di The Sopranos), Mick LaSalle

EMULSIONAL RESCUE. REVEALING THE GODFATHER – Documento sul restauro in digitale della Trilogia. Prodotto e diretto da Kim Aubry (Stati Uniti, 2008 – 20 minuti).  Con gli interventi, tra gli altri, di Francis Ford Coppola, Steven Spielberg, Gordon Willis, Martin Cohen (Vice presidente della Paramount Post Production),  Allen Daviau (consulente al restauro della Trilogia), Robert A. Harris (Archivista cinematografico).

WHEN THE SHOOTING STOPPED – Documento sul montaggio della Trilogia. A cura di Rob Bonz (Stati Uniti, 2008 – 15 minuti). Con gli interventi, tra gli altri, di George Lucas, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg, Walter Murch (co-fondatore dell’American Zoetrope Studio, sound designer e curatore del montaggio dell’edizione restaurata della Trilogia), Richard Marks (co-montatore di The Godfather, Part II)

THE GODFATHER  RED CARPETClip con interviste a spettatori e attori intervenuti all’anteprima dell’edizione restaurata della Trilogia. (Stati Uniti, 2008 – 5 minuti)

4 BREVI FILM SUL PADRINO: Clip su  THE GODFATHER vs. THE GODFATHER, PART II / SFOGLIANDO IL COPIONE DI THE GODFATHERCANNOLI SICILIANI / IL FIDO CLEMENZA. Con gli interventi, tra gli altri, di Francis Ford Coppola, David Chase. (Stati Uniti, 2008 – 15 minuti)

ALBERO GENEALOGICO DELLA FAMIGLIA CORLEONE  (interattivo)

 

ARCHIVIO EDIZIONE 1991:

THE GODFATHER FAMILY: A LOOK INSIDE – Making of della Trilogia . Documenti sulla lavorazione dei film e sulle riprese di The Godfather, Part III con interviste al regista, al cast tecnico e agli interpreti. Regia di Jeff Werner  (Stati Uniti 1991 – 75 minuti)

LOCATION DELLA TRILOGIA DI THE GODFATHER Clip con interviste sui luoghi delle riprese dei tre film. (Stati Uniti, 1991 – 8 minuti)

APPUNTI DI FRANCIS FORD COPPOLA SULLA TRASPOSIZIONE DAL LIBRO AL FILM DI THE GODFATHER. (Stati Uniti, 1991 – (Stati Uniti, 1991 – 10 minuti)

CLIP SULLA MUSICA DEL FILM – Con una registrazione audio delle prove musicali di Nino Rota e una intervista a Carmine Coppola. (Stati Uniti, 1991 – 23 minuti)

COPPOLA & PUZO: DAL LIBRO ALLA SCENEGGIATURA (Stati Uniti, 1991 – 8 minuti)

GORDON WILLIS E LA FOTOGRAFIA DI THE GODFATHER  (Stati Uniti, 1991 – 5 minuti)

GLI STORYBOARD DI THE GODFATHER, PART II E DI THE GODFATHER, PART III  (interattivo)

THE GODFATHER MAKING OF  Regia di Fredric M. Abeles (Stati Uniti, 1971 – 10 minuti)

SCENE INEDITE: LA CRONOLOGIA DI THE GODFATHER. Brani tagliati di The Godfather / The Godfather, Part II / The Godfather, Part III  in ordine cronologico

DOCUMENTI: Consegna degli Oscar / Gallerie fotografiche / Trailers

 

Nella GALLERY di questa scheda: THE GODFATHER, PART II THE GODFATHER, PART III scena per scena

Nella GALLERY della scheda THE ANNOTATED “GODFATHER”. THE COMPLETE SCREENPLAYil film THE GODFATHER scena per scena

Sinossi: 

IL PADRINO (THE GODFATHER, 1972)

Nella New York del 1945 a guidare la famiglia Corleone c’è il “padrino” Vito, capomafia italo-americano potente e rispettato, conosciuto da tutti come “padrino”.  Immigrato dalla Sicilia, Vito ha guadagnato autorevolezza, dopo aver agito per anni nei racket sindacali e nella gestione del gioco d’azzardo. L’organizzazione che fa capo a lui, e che gli consente di guidare un ampio giro di affari illegali, comprende l’irascibile  primogenito Santino detto Sonny, insieme a Fredo, ingenuo e pusillanime secondogenito, al figliastro Tom Hagen, brillante avvocato trasformatosi, nel tempo, in “consigliori” dei Corleone, e al più giovane Michael, reduce pluridecorato dell’ultimo conflitto, inizialmente estraneo agli “affari” della famiglia. Il potere esercitato dal “don” non è fondato solamente sulla violenza, ma sulla sua capacità di dispensare favori e protezioni. La sua generosità pretende però di essere ricambiata con fedeltà e dedizione assolute. Quando queste vengono negate, allora non resta che ricorrere a “offerte che non si possono rifiutare”, di cui si fa minaccioso portatore il killer Luca Brasi, bestiale gregario utile a risolvere gli affari sporchi. Grazie a tale rete di legami e di corruzione, il “padrino” Vito Corleone è riuscito a far sconfinare le  proprie attività criminose anche nel mondo “legale”.

Il matrimonio della figlia del boss, Connie, viene festeggiato secondo un tradizionale e fastoso rituale alla siciliana. Non sono pochi gli ospiti che approfittano dell’occasione per rendere omaggio al “padrino” chiedendogli favori dopo aver donato laute cifre per l’occasione: un impresario di pompe funebri, Bonasera, pretende vendetta per la figlia stuprata; il pasticciere Nazorine implora un permesso di soggiorno per il genero; il popolare cantante Johnny Fontane si lamenta del potente produttore Jack Woltz che non vuole affidargli il ruolo da protagonista in un suo film. Questi, dopo un primo diniego rivolto all’emissario Tom Hagen, si convince a concedere la parte al “figlioccio” di Vito Corleone sconvolto dal ritrovamento, sul proprio letto, della testa mozzata del purosangue prediletto. Qualche giorno dopo la cerimonia, il “don” riceve un pericoloso trafficante di droga in ascesa, Virgil Sollozzo detto il “Turco”, legato a una delle cinque famiglie mafiose della Grande Mela, quella dei Tattaglia: il Turco chiede a don Vito di spendere la sua influenza con poliziotti, magistrati e politici, e di investire con un milione di dollari su un lauto traffico di stupefacenti .

A dispetto del parere favorevole espresso sia da Tom che da Sonny, Vito Corleone nega il proprio appoggio al “Turco”, mostrandosi disinteressato al traffico di droga, e scatenando così la reazione della famiglia Tattaglia. Tenta di far infiltrare nella famiglia rivale il suo fidato killer Luca Brasi, ma è troppo tardi: la “guerra” comincia con l’eliminazione di Brasi, strangolato da Tattaglia e Sollozzo, e da un agguato a don Vito, ferito gravemente. Le famiglie mafiose “vanno ai materassi” e si consumano le rappresaglie nei confronti dei traditori: un capofamiglia del clan dei Corleone, Clemenza, uccide l’autista del don, Paulie Gatto, complice dell’agguato. Anche Michael Corleone viene coinvolto nella “guerra” tra clan, quando va trovare il padre in ospedale, promettendogli una devozione affettuosa e sventando un nuovo attentato ai suoi danni che gli consente di scoprire la corruzione del brutale sergente di polizia McLuskey, assoldato dai Tattaglia, che gli sferra pubblicamente un pugno. Michael, mostrandosi determinato come mai, convince il fratello Sonny, che provvisoriamente ha assunto il comando della famiglia, a combinargli un incontro con il “Turco” con il pretesto di proporgli una tregua. Guidato dal fido Clemenza, il giovane figlio di Vito, porta a termine l’impresa eliminando nel ristorante dell’incontro sia Sollozzo sia McLuskey  che gli fa da guardaspalle.

 Per evitare l’arresto o la ritorsione della famiglia Tattaglia, Michael abbandona la fidanzata Kay Adams e dagli Stati Uniti si rifugia in Sicilia, nella Corleone che è la cittadina da cui il padre è stato costretto ad emigrare da bambino. Qui il ragazzo incontra un’avvenente fanciulla del posto, Apollonia, e  decide di sposarla. Nel frattempo, a New York, don Vito è tornato a casa in convalescenza dall’ospedale, mentre i Corleone proseguono la faida sanguinosa che li vede isolati contro la maggior parte delle altre famiglie mafiose. Sonny guida i suoi scagnozzi e affronta i guai della sorella Connie, costretta a subire, nel corso di furiose liti domestiche, la violenta irascibilità del neo-marito Carlo Rizzi. Per affermare il proprio ruolo di fratello, Sonny si vendica sul cognato a furia di botte. L’ennesimo litigio della coppia è però il pretesto di un fatale agguato dove il primogenito dei Corleone  viene massacrato a colpi di mitra. In Sicilia, Michael è avvertito di un imminente attentato ai suoi danni dal boss locale, don Tommasino (amico di gioventù di Vito Corleone). Ma è la bella Apollonia a rimanere vittima di un agguato destinato al marito, esplodendo in un’auto imbottita di tritolo.

Per evitare a Michael una morte ormai sicura, don Vito giura di non chiedere vendetta per il suo Sonny, il cui cadavere sfigurato viene affidato alle cure di restyling estetico dell’impresario funebre Bonasera, e propone  un incontro con  i capi delle principali famiglie mafiose di New York  per raggiungere un compromesso e stabilire una tregua. Nel corso del “meeting”, Vito Corleone concede ai boss il proprio appoggio, assieme alla protezione dei giudici e dei politici da lui corrotti, al traffico di droga. Il patto prevede l’assicurazione sull’incolumità di Michael che così può tornare negli Stati Uniti e prendere la guida della famiglia .

Mentre don Vito decide di ritirarsi e di affidare il comando a Michael, questi  sposa Kay e le promette di lavorare perché gli affari della famiglia Corleone rientrino nella legalità. La coppia ha anche un figlio, che viene chiamato Anthony. Don Vito muore d’infarto nel suo giardino, mentre gioca col nipote.

E’ il 1954. Durante il funerale del “padrino”, i boss delle famiglie mafiose, attraverso la mediazione di don Barzini e di Tessio che è un capofamiglia amico del defunto “don”, propongono a Michael un nuovo accordo per la spartizione del potere in città. Il nuovo capo dei Corleone, però, fa tesoro dei consigli del padre che, prima di morire, nell’esprimergli il rimpianto di non aver potuto fare di lui un “pezzo da novanta” come giudice o senatore, lo ha avvertito della pericolosa deriva delle famiglie intenzionate a liquidare il potere dei Corleone. Michael precede spietatamente ogni complotto e, durante il battesimo del figlio di Connie che lo vede nel ruolo di padrino, decide di chiudere tutti i conti in sospeso. Fa uccidere Tessio, con la mediazione del “consigliori” Tom, e manda i suoi killer ( tra cui Clemenza e Al Neri) ad eliminare Tattaglia, Barzini, Moe Greene di Las Vegas (colpevole di aver umiliato pubblicamente il fratello Fredo) e gli altri boss rivali. A ritorno dalla cerimonia del battesimo, il nuovo “don” si vendica pure del cognato Carlo, facendolo strangolare all’interno di un auto da Clemenza, dopo avergli strappato la confessione del tradimento ai danni del fratello Sonny. La famiglia Corleone, quindi, ha vinto la guerra: una volta riconquistato il potere su tutta la città, può prepararsi al trasferimento a Reno e a Las Vegas, là dove il gioco d’azzardo, che da tempo rappresenta l’impresa privilegiata della famiglia, si sta espandendo in maniera apparentemente legale.

Già sconvolta dalle notizie della mattanza mafiosa, Kay assiste allo sfogo di Connie che accusa Michael di averle ucciso il marito. Michael si ribella alle richieste di chiarimento della moglie ma poi le concede un’unica e definitiva replica, negando spudoratamente ogni sua responsabilità su quei fatti. Kay sembra però comprendere  la verità quando Michael riceve, nello studio che era di don Vito, i capiregime che s’inchinano davanti a lui baciandogli l’anello come segno di devozione: d’ora in poi lei sarà la moglie del nuovo “padrino”.

IL PADRINO, PARTE II (THE GODFATHER, PART II),  1974

Il film racconta in parallelo le vicende del nuovo “padrino” Michael continuamente incrociate, attraverso una serie di flash-back, a quelle del giovane Vito Corleone ai tempi della sua ascesa di boss mafioso a Little Italy.

In apertura assistiamo alle vicissitudini di Vito bambino, nel 1901 in Sicilia, quando portava ancora il cognome Andolini e abitava a Corleone. Tutti i suoi parenti sono stati uccisi in una faida mafiosa. Solamente la madre viene risparmiata fino a quando si reca con lui a implorare, di fronte al latifondista e capomafia locale don Ciccio, pietà per il suo bambino. Comprendendo l’inutilità della propria richiesta di clemenza, la donna minaccia con un coltello don Ciccio e viene uccisa. Vito riesce a scappare e, con l’aiuto di alcuni parenti, viene spedito a New York. Quando viene visitato, durante il rituale burocratico di accettazione alla frontiera, gli viene attribuito il cognome di Corleone (lo stesso del suo luogo d’origine) ed è rinchiuso in un sanatorio per una quarantena dovuta alla sua tubercolosi.

Salto temporale. Siamo nel 1958 quando la famiglia Corleone si ritrova a una festa sul lago Tahoe, nel Nevada, per la prima comunione di Anthony, figlio di Michael e di Kay. Nel frattempo, alla coppia è nata la secondogenita Mary. Tra gli ospiti dello sfarzoso ricevimento ci sono Fredo, fratello di Michael, accompagnato dalla procace moglie le cui esuberanze provocano un certo scandalo tra gli invitati, assieme a Connie, che espone come un trofeo il nuovo mantenuto da lei sposato, una sempre più spaesata Mama Corleone, i gorilla di famiglia Al Neri e Rocco Lampone, e il bizzarro gregario alleato Frank Pentangeli. Anche Michael, come il padre, è costretto a ricevere coloro i quali chiedono favori in cambio della fedeltà alla “famiglia”. Si comprende come niente sia cambiato negli anni e che gli affari dei Corleone, dopo la strage che ne ha garantito la criminale prosperità, procedano con gli stessi metodi di un tempo. Dopo aver dato forzatamente la sua “benedizione” al nuovo marito di Connie e aver rimproverato Fredo di non saper tenere a bada la consorte, Michael riceve il senatore Geary, di cui è il generoso benefattore. Durante il colloquio a porte chiuse, Geary dichiara l’intenzione di emanciparsi dal legame con quella che definisce la “fottuta famiglia dei Corleone” e sfida l’interlocutore che, per tutta risposta, lo minaccia gelidamente di “non tirare in ballo la sua famiglia in una discussione di affari”. Del resto, Michael ha una strategia che mira a legalizzare le attività della “famiglia”, coinvolgendola in imprese finanziarie “legali”. Per questo si è alleato con il potente boss ebreo Hyman Roth, che opera a Cuba protetto dal suo emissario Johnny Ola, contro il parere del mafioso vecchio stile Frankie Pentangeli che ha pure l’ambizione di mettersi in proprio. Qualcosa non funziona in questo nuovo assetto, poiché  la sera dopo la cerimonia, alcuni killer sparano dall’esterno dentro la camera da letto di Michael e di Kay per ucciderli. Sfuggito miracolosamente all’attentato, Michael decide di lasciare momentaneamente la gestione della famiglia al fratellastro Tom (fino ad allora sempre più emarginato nel proprio ruolo di “consigliori” della famiglia) e di partire in missione.

Una dissolvenza incrociata ci riporta nella Little Italy del 1917, dove Vito Corleone lavora in un negozio di alimentari per mantenere la moglie e il figlio Santino. Recatosi a teatro insieme all’amico Clemenza, il giovane s’imbatte in Fanucci, caporione della “Mano nera”, mentre questi minaccia con un coltello la figlia dell’impresario che non gli ha pagato l’ormai consueta tangente. E’ proprio Fanucci a imporre la sostituzione di Vito con un parente come garzone al negozio. Il giovane Corleone è così costretto ad assecondare la losca attività di Clemenza, ladro e ricettatore, diventando suo socio.

Negli ultimi mesi del 1958,  Michael è in viaggio per indagare su coloro i quali, con qualche complicità interna, hanno tentato di farlo fuori. A New York egli incontra Frankie Pentangeli dicendosi convinto che il mandante dell’attentato sia Roth, e a Miami confessa a Roth di essere convinto del tradimento di Pentangeli. Quando quest’ultimo sfugge miracolosamente a un tentativo di strangolamento, egli si convince di essere rimasto vittima della vendetta dei Corleone. Convinto che Pentangeli sia morto, Michael vola a Cuba dove i più influenti boss della mafia e dei trust finanziari hanno intenzione di investire le proprie fortune, facendo dell’isola un porto franco e coinvolgendo nell’attività criminosa le strutture legali del regime del dittatore Fulgencio Batista. Per questo si sono riuniti in un meeting alla presenza delle massime autorità cubane, festeggiando poi il compleanno di Hyman Roth che ha architettato l’accordo facendo credere a tutti di volersi ritirare dagli affari. Michael si mostra però incerto: il suo intuito gli fa temere soprattutto l’instabilità politica nell’isola, avendo notato il dilagare dell’attività dei ribelli castristi. A Cuba arrivano anche Fredo, che reca la quota di denaro della famiglia Corleone, e un gruppo di senatori tra cui Geary, nel frattempo rimasto vittima di una trappola ricattatoria ordita da Tom Hagen: una delle prostitute minorenni con cui il riottoso senatore si è intrattenuto gli è stata fatta ritrovare tra le coltri col ventre squarciato. La promessa di mettere tutto a tacere è bastata a farlo recedere dalle sue resistenze sprezzanti. Michael arriva al punto di rifiutare a Roth la consegna della propria quota di due milioni di dollari. Roth lo affronta aspramente rinfacciandogli l’assassino del suo figlioccio Moe Greene, fondatore di Las Vegas, per poi minacciarlo di ritorsioni. Durante uno spettacolo di varietà in un teatro, Michael comprende quanto Fredo sia legato al losco Johnny Ola che aveva affermato di non conoscere, arrivando alla conclusione che sia stato proprio il fratello, guidato da Roth, a tradirlo facendo da basista all’attentato subito in casa. Mentre all’Avana sono in corso i festeggiamenti di fine anno, la rivoluzione contro il governo è alle porte. Il fedele killer dei Corleone Amerigo Tot, dopo aver strangolato Ola, tenta di uccidere Roth, da qualche tempo ricoverato in ospedale, ma viene eliminato da alcune guardie giunte a presidiare il luogo. Allo scoccare della mezzanotte che annuncia l’avvento del 1959, Michael abbraccia Fredo rivelandogli di essere a conoscenza del suo tradimento. Spaventato, il fratello fugge durante la sommossa popolare che rovescia il regime di Batista e consente a Castro di prendere il potere. Tornato a casa, Michael apprende che la moglie Kay ha perso il bambino che aspettava. Per il figlio di Vito Corleone è un segno di disfacimento.

Si torna ai tempi dell’ascesa del padre che, divenuto benestante a Little Italy, prova a difendersi con arguzia dal solito Fanucci, intenzionato a imporre la tangente alla piccola impresa criminale sua e dei soci Clemenza e Tessio. Se questi sono pronti a pagare il “pizzo”, Vito oppone resistenza promettendo di risolvere a modo suo la questione: prima tenta inutilmente di convincere Fanucci con l’offerta “che non si può rifiutare” di un accordo e poi, durante la processione del santo patrono nel quartiere, tende al “malamente” un agguato sparandogli davanti alla porta di casa. Sarà questa impresa a farlo diventare una leggenda a Little Italy e ad alimentare il benessere suo, della moglie e dei figli, al cui ultimo ha dato per nome Michele.

Anni dopo, Michael deve affrontare, insieme alla crisi coniugale, anche un’agguerrita commissione antimafia che tenta d’incastrarlo. Il senatore “convertito” Geary tenta di difenderne l’onorabilità, mentre il gregario Willi Cicci depone contro di lui. Michael si rivolge a Mama Corleone per chiederle come avesse fatto il padre a tenere unita la famiglia.

E così un flashback ci riporta all’epoca dell’affermazione di Vito Corleone, boss di Little Italy, a cui i deboli si rivolgono per essere difesi. E così Vito affronta il caso di un’anziana signora che rischia lo sfratto del padrone di casa, il signor Roberto. Questi inizialmente affronta con sprezzo la richiesta di accomodamento propostagli da Vito, poi quando apprende che il protettore della sua inquilina è colui che ha fatto fuori Fanucci va a trovarlo conciliante, offrendo gratuitamente l’affitto del proprio appartamento. Ormai la leggenda di “don” Vito si è diffusa e lui può tranquillamente avviare la propria attività di copertura attraverso la ditta “Genco Oil” di importazione ed esportazione alimentare, fondata con i sodali Clemenza, Tessio e Genco.

Il processo contro la famiglia Corleone è a una svolta: gli accusatori della commissione hanno in pugno, come supertestimone pentito, Frankie Pentangeli che, sopravvissuto all’agguato, è  intenzionato a vendicarsi vuotando il sacco sulle sanguinarie imprese della famiglia Corleone. Michael ha però un asso nella manica: durante una delle sedute del processo, egli fa esibire il fratello di Pentangeli prelevato dalla Sicilia come un vero e proprio ostaggio. Quando Frankie lo vede, comprende il messaggio minaccioso e, davanti alla corte, ritratta la propria testimonianza per evitare il disonore del pentimento e una ritorsione nei confronti dei propri familiari. Scampato il pericolo, Michael mette al bando il fratello traditore e affronta la moglie Kay che, ormai disgustata del mondo violento del marito, gli rivela di avere abortito volutamente pur di non mettere al mondo un altro Corleone. Dopo un furioso alterco, Michael le impone il divorzio, concedendole di vedere solo saltuariamente i figli.

Un nuovo salto temporale ci racconta come la fortuna della famiglia Corleone si sia affermata attraverso la violenza. Approdato in Sicilia per un viaggio di affari, Vito si reca nella natia Corleone dove, con la complicità del mafioso locale don Tommasino, incontra l’ormai vetusto don Ciccio, il capomafia che aveva massacrato la sua famiglia e ucciso davanti ai suoi occhi la madre. Prima gli rende omaggio e poi, mentre gli rivela di essere Vito Andolini sopravvissuto all’antica faida, gli squarcia il ventre con una coltellata. Nel conflitto a fuoco che segue, don Tommasino rimane ferito alle gambe e Vito si dà alla fuga.

L’ultima rappresentante dell’originaria generazione della famiglia se ne va: muore Mama Corleone. Durante il funerale, Michael accetta di accogliere in casa la sorella Connie, depressa dopo un’ennesima delusione amorosa, e finge di perdonare Fredo. Nonostante sia roso dai dubbi, egli non riesce ad evitare la caduta in una spirale di violenza. E così prende corpo la sua sanguinosa strategia di vendette. In un simultaneo bagno di sangue Michael fa eliminare tutti i suoi nemici: Pentangeli, sotto protezione dei federali, viene convinto da Tom Hagen a tagliarsi le vene per espiare il proprio tradimento secondo un codice d’onore che si rifà a quelli dell’antica Roma mentre Hyman Roth viene ammazzato durante il rientro negli Stati Uniti, nei corridoi dell’aeroporto e davanti ai reporter che lo incalzano, alla maniera dell’assassino del presidente Kennedy, Lee  Harvey Oswald, per mano di un killer che gli spara alla pancia, e questo perché, come ha affermato Michael davanti ai suoi gregari, “se la storia ci ha insegnato qualcosa, è che si può uccidere chiunque”.

Ma l’atto fatale, che segnerà da allora in poi la coscienza del nuovo “padrino”, è la vendetta consumata nei confronti del fratello: Fredo viene liquidato durante un’escursione in barca, mentre recita un’ Ave Maria per la sua pesca, dal killer Al Neri che lo centra alla nuca. Ora Michael, erede della dinastia dei Corleone, è veramente solo.

IL PADRINO, PARTE III (THE GODFATHER, PART III), 1990

Siamo nel 1979 a New York. Michael Corleone, precocemente ingrigito e indebolito dal diabete, è ormai miliardario. Il figlio del “padrino” si è impegnato con tutte le sue forze in un’attività volta a guadagnarsi onorabilità sociale e a estraniare definitivamente la propria famiglia da Cosa Nostra. I Corleone sono ormai una holding, coinvolta nei traffici e negli scandali degli anni Settanta dove a fare da ponte nel riciclaggio di denaro sporco, tra gli Stati Uniti e l’Italia, c’è lo Ior e la piramide finanziaria delle banche governate da Michele Sindona. Non a caso il film si apre con la cerimonia del conferimento a Michael della “croce di San Sebastiano” che lo legittima come finanziere di fiducia del Vaticano. Al boss dei Corleone preme  la sicurezza dell’amata figlia Mary, che ha trasformato in presidente onorario della “Fondazione Vito Andolini Corleone”, votata alla rinascita culturale e sociale della Sicilia. Durante il ricevimento che festeggia, con i consueti rituali rituali folcloristici, l’onorificenza di Michael, questi tenta invano di convincere il figlio Anthony a lavorare con lui. Il ragazzo, con l’ l’appoggio della madre Kay (finalmente riammessa dopo anni alla corte dei Corleone), dichiara di aver deciso di proseguire l’ormai avviata carriera di cantante lirico. Alla festa sono presenti, tra gli altri, Connie Corleone, ormai diventata la matrona della famiglia, assieme al nuovo “consigliori” Harrison, al nipote del defunto Tom Hagen (Andrew che si è fatto prete), all’attempato cantante Johnny Fontane e all’ambiguo, ma ancora sodale, “padrino” don Altobello. A disturbare sgradevolmente il rituale familiare provvede il boss in ascesa Joey Zasa, venuto a rendere omaggio ai Corleone. Irrompe come un ciclone pure l’aitante Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny e irascibile quanto il padre, appoggiato da Connie per entrare nel clan familiare. Vincent prima flirta con una giornalista e poi viene colpito dall’avvenenza di Mary Corleone. Per verificare il suo temperamento, Michael lo fa incontrare nel suo studio con Zasa, reo di avere ingiuriato pubblicamente l’onorabilità dei Corleone. L’arrogante boss nega i fatti e, quando Michael propone a Vincent di fare la pace con lui, questi lo abbraccia staccandogli con un morso un lembo dell’orecchio. Pur contrariato per la brutalità dell’evento, Michael capisce di aver bisogno di Vincent e accetta la proposta, fattagli da Connie, di adottarlo come probabile erede, prevedendo di affidargli tutti gli affari sporchi. La stessa notte del ricevimento, dopo aver fatto l’amore con la giornalista, Vincent sventa un attentato ai suoi danni costringendo uno dei killer a svelare come mandante Joey Zasa.

Forte del proprio titolo onorifico conferitogli da Papa Paolo VI in virtù delle sue opere benefiche, Michael investe seicento milioni di dollari nella Banca Vaticana, per entrare nella Internazionale Immobiliare e assumerne il controllo. La società è controllata dal mellifluo Arcivescovo Gilday che gestisce una rete di affari assai lucrosi. Michael si reca in Vaticano a incontrare Gilday, al quale l’investimento dei Corleone è utile a evitare il rischio di una bancarotta fraudolenta causata dalle manovre di un gruppo di avidi uomini d’affari cattolici, guidati dal potente Licio Lucchesi, un influente uomo politico italiano che ha rapporti con i vertici italiani di Cosa Nostra. L’onorevole della maggioranza al governo controlla pure, attraverso il ricatto, il corrotto banchiere svizzero Frederich Keinszig.

Inizialmente convinto di essersi emancipato dai metodi mafiosi, Michael si ritrova invece invischiato in una rete d’illegalità sotterranea governata da Cosa Nostra e dai suoi complici istituzionali. Non sono pochi i poteri forti che si oppongono alla sua presa di controllo dell’Internazionale Immobiliare gestita dall’onorevole Lucchesi. Tuttavia egli prosegue nella sua operazione di “ripulitura” legale, in ansia per l’avvenire della figlia. Per tale motivo organizza, con l’appoggio di don Altobello, un meeting ad Atlantic City dove, alla presenza delle più potenti famiglie mafiose del New Jersey (capitale del gioco d’azzardo), dichiara di voler abbandonare l’attività criminale concedendo loro una buona uscita di svariati milioni. Nel corso della riunione, si fa vivo Joey Zasa che, non invitato, urla in faccia il proprio disprezzo nei confronti dei Corleone. Quando Altobello lo insegue per ricondurlo alla ragione, i partecipanti al meeting vengono rinchiusi nel salone, posto al vertice di un grattacielo, mentre da un elicottero arrivano all’improvviso delle letali raffiche di mitra. Nell’inferno di fuoco che si scatena, mentre gli altri boss cadono colpiti, Michael, protetto dall’abile Vincent, riesce a fuggire miracolosamente incolume dal luogo della strage, all’apparenza attribuibile a Zasa. Ma quando, tornato a casa ancora sotto choc, Michael è colto da una grave crisi diabetica, nel delirio, davanti a Connie e a Vincent, urla il nome di Altobello, come se nell’intimo fosse convinto della colpevolezza del vecchio boss. Ricoverato in ospedale, Michael riceve la figlia e l’ex moglie intenzionato a riunire il proprio nucleo familiare ormai a pezzi, roso dal rimorso per avere fatto giustiziare a suo tempo il fratello Fredo. Ancora convalescente, egli apprende che, senza attendere i suoi ordini, Vincent ha provveduto a giustiziare Joey Zasa con l’approvazione di Connie. Durante una processione a Little Italy, l’aspirante “padrino” si è travestito da poliziotto e, inseguendolo a cavallo, ha freddato con due colpi di pistola il boss, facendo così precipitare nel caos la situazione della malavita nella Grande Mela. Nonostante sia infuriato, Michael si arrende ai fatti: il metodo criminale gli è ancora utile, e ogni tentativo di liberarsene è vano nel gioco del potere. Per questo egli cerca una mediazione con l’infido Altobello e si reca in Sicilia, approfittando del debutto del figlio Anthony in un allestimento della Cavalleria rusticana di Mascagni al Teatro Massimo di Palermo.

Arrivando a Corleone, dove si era rifugiato da giovane e aveva sposato la prima moglie Apollonia, Michael si affida alla protezione di don Tommasino, capomafia ormai perdente ma ultimo amico sopravvissuto del padre Vito. La nostalgia sembra dominare Michael che, mentre ascolta Anthony intonare una vecchia canzone d’amore siciliana, decide di cedere il potere a Vincent. Con determinazione, però, gli impone di rinunciare al fidanzamento con la figlia Mary: sarà questo il prezzo da pagare per il prestigioso avvicendamento al ruolo di capofamiglia. Poi si reca a Roma, mandando in avanscoperta Vincent che, fingendo di volerlo tradire, scopre che don Altobello è stato complice di Zasa e che tutto il complotto ai danni dei Corleone è  manipolato dall’onorevole Lucchesi, il quale è intenzionato a mantenere il controllo dell’Internazionale Immobiliare, anche per poter proseguire la propria attività ricattatoria. Michael cerca allora la benevolenza del pio cardinale Lamberto, candidato a succedere a Paolo VI per il trono papale, e a lui confessa sconvolto, nel corso di un drammatico colloquio, di aver fatto uccidere Fredo.

Mentre Altobello assolda come killer il mafioso locale Mosca, la famiglia Corleone si riunisce per l’evento della “prima” al Teatro Massimo. Nel corso di una gita nei luoghi originari della famiglia, Michael cerca di rinverdire il legame con Kay e di solidificare quello con i figli. Forse può realizzarsi la speranza di una legalizzazione degli affari dei Corleone: il nuovo Papa eletto, Lamberto, è intenzionato a esprimere il voto decisivo che permette a Michael di assumere la guida della società controllata dal Vaticano. Nel nuovo assetto, però, la componente legale della famiglia non può mescolarsi a quella criminale, e così Michael impone alla figlia di troncare ogni relazione con Vincent. Mary rimane sconvolta dalla determinazione del padre: è innamorata del cugino e non vorrebbe rinunciare al legame. Nel frattempo, don Tommasino rimane  vittima di un agguato per mano di Mosca. Per Michael, che lo piange affranto, è un segno inquietante che, da un lato, spegne ogni illusione di legalità e, dall’altro lato, tronca ogni residuo legame col passato della prima generazione della famiglia, quella del padre Vito. Il rito d’iniziazione per Vincent è pronto: ora il giovane “don Vincenzo” può essere considerato il nuovo “padrino” e gestire una nuova spirale di vendette che si consumano nel criminale giro dei Corleone .

L’intero nucleo familiare si riunisce in occasione dell’evento del debutto palermitano di Anthony al Teatro Massimo, e sulla rappresentazione di Cavalleria rusticana aleggia un’atmosfera di tragedia imminente. Connie ha preparato con le proprie mani un regalo letale per don Altobello, una confezione di cannoli con la ricotta avvelenata che egli è invitato a consumare durante lo svolgimento dell’opera. Le prime note di Mascagni risuonano nella folta platea del teatro, con Michael e i familiari presenti nel palco d’onore. Solamente Mary appare distratta, intristita dall’atteggiamento del nuovo “padrino” Vincent, il quale mostra di rispettare l’imposizione del padre, accettando il sacrificio della separazione amorosa.

Mentre il sicario Mosca si prepara ad attentare alla vita di Michael sparandogli con un fucile di precisione, in Vaticano Lucchesi e l’Arcivescovo Gilday fanno avvelenare il té di Papa Lamberto che viene rinvenuto cadavere nel proprio letto. Vincent ha però mandato dei sicari a eliminare tutti i nemici dei Corleone: il banchiere Keinszig viene prima soffocato e poi impiccato a un ponte, lo stesso Gilday viene freddato da Al Neri, mentre l’ormai anziano mafioso Calò (antico sodale di Michael) uccide Lucchesi conficcandogli i suoi stessi occhiali nel collo dopo avergli sussurrato all’orecchio il celebre aforisma andreottiano sul “potere che logora chi non ce l’ha”.

Al Teatro Massimo, nel frattempo, Mosca ha eliminato le gemelle guardie del corpo di Michael e si prepara a centrarlo col suo fucile quando questi si alza, richiamato da Vincent, mentre la rappresentazione è ancora in corso. L’attentato non riesce e, quando scattano gli applausi che sanciscono l’esito trionfale del debutto in palcoscenico di Anthony, Connie  nota che don Altobello ha ingurgitato i suoi cannoli ed è morto avvelenato. Sulla scalinata del teatro palermitano, a spettacolo concluso, si consuma l’ultimo, fatale atto della saga dei Corleone: Mosca riesce a infiltrarsi tra gli spettatori all’uscita e spara alcuni colpi di pistola verso Michael. Prontamente Vincent lo fulmina, ma è troppo tardi. Uno dei colpi ha centrato in pieno petto Mary che si accascia priva di vita. La scena che segue impressiona tutti: riverso sul cadavere ancora caldo della figlia, Michael urla straziato tutto il suo dolore.

La saga dei Corleone ha per epilogo, sulle note dell’ouverture della Cavalleria rusticana, il flashback dei momenti più felici di Michael, le brevi sequenze dei suoi balli con le donne che ha amato nella sua vita: Apollonia, Kay e la figlia Mary. L’ultima scena lo mostra incanutito, anni dopo il tragico evento, seduto in stato di abbandono nel cortile di una villa in Sicilia dove si è rifugiato. I rimpianti e i rimorsi sono la nemesi che lo ha divorato. E il figlio di Vito muore, come il padre, in assoluta solitudine insieme all’utopia criminale della famiglia Corleone che si è dissolta.

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