Paths of Glory (Orizzonti di gloria) di Stanley Kubrick – Dvd The Criterion Collection (con le immagini del film scena per scena)
Regia:  Stanley Kubrick
Genere:  Drammatico, Guerra
Origine:  Stati Uniti
Anno:  1957
Da vedere:  * * * * *
Sceneggiatura:  Stanley Kubrick, Calder Willingham, Jim Thompson dal romanzo "Paths of Glory" di Humphrey Cobb
Cast:  Kirk Douglas, Adolphe Menjou, Ralph Meeker, George Macready, Joseph Turkel, Wayne Morris, Richard Anderson, Timothy Carey, Bert Freed
Formato:  Dvd
Edizione:  Special Edition, 2010
Casa di produzione:  The Criterion Collection / United Artists/ Metro Goldwyn Mayer
Lingua:  Inglese
Numero copie:  1
Durata:  88 minuti
Sottotitoli:  Inglese
Direttore della fotografia:  George Krause
Musiche:  Gerald Fried
Colore/BN:  BN
Note: 
Edizione speciale di Paths of Glory di Stanley Kubrick restaurato in alta definizione digitale a cura della Criterion Collection.
Contenuti extra:
Commento audio di Gary Giddins / Estratto di un’intervista audio di Stanley Kubrick realizzata nel 1966 / Intervista televisiva a Kirk Douglas realizzata nel 1979 / Interviste inedite al produttore Jan Harlan, al produttore di Paths of Glory James B.Harris e all’attrice del film Christiane Kubrick / Frammento di un documentario francese sulla Prima Guerra Mondiale / Trailer del film.
La confezione contiene un booklet illustrato di 16 pagine con un saggio di James Namarone e i crediti del Dvd.
NELLA GALLERY TUTTO IL FILM SCENA PER SCENA
Sinossi: 
Prima Guerra Mondiale, 1916. Fronte occidentale. La prospettiva di una promozione in caso di successo vince le perplessità del generale francese Mireau sull’opportunità di sferrare un attacco – richiesta dall’altro generale Broulard, suo superiore – al famigerato “Formicaio”, postazione strategica controllata dai tedeschi, posta su una collina difficilmente espugnabile.
Per caricare i soldati, il generale Mireau passa personalmente in rassegna le truppe sistemate nelle trincee, cercando di spronarle e motivarle dopo mesi di logorante stallo: in tale occasione schiaffeggia un soldato in trance da esplosione ed impaurito. Il comando delle operazioni di attacco al “Formicaio” è affidato al colonnello Dax, fermamente contrario ad un’azione che avrà un prezzo umano altissimo ed un risultato incerto, ma che si vede costretto ad obbedire.
Come previsto, l’attacco è un fallimento totale. Nessun francese riesce a raggiungere le posizioni tedesche e addirittura un terzo dei soldati rifiuta di uscire dalle trincee o ne è letteralmente impossibilitato dal fitto fuoco nemico. Informato della situazione, Mireau interpreta questo comportamento delle sue truppe come codardia e ordina che venga aperto il fuoco contro le proprie retrovie, come una punizione esemplare. Il comandante dell’artiglieria si oppone però all’ordine, pretendendo che gli venga recapitato per iscritto. Così, ben prima che un ordine scritto possa mai giungere a destinazione, l’offensiva si esaurisce miseramente.
Mireau, per dimostrare fermezza e scaricare sulle truppe la colpa dello scriteriato attacco, da lui ordinato per ambizione, sostiene con il Comando la tesi della codardia e propone la fucilazione di 100 uomini presi a caso. Il generale Broulard gli concede di prenderne tre, uno per ogni Compagnia coinvolta, perché siano sottoposti al giudizio di una regolare Corte marziale. I tre prescelti sono solo in parte presi a caso: il caporale Paris è vittima di un conto aperto con il suo diretto superiore, spesso in preda all’alcol e che lui ha sorpreso durante un atto di codardia; il soldato Ferol è indicato dai suoi stessi commilitoni in quanto bollato – ingiustamente – come “asociale”. L’unico scelto a sorte è il soldato Arnaud, uno degli elementi più coraggiosi delle truppe, con due encomi già ricevuti.
Il colonnello Dax, valente avvocato parigino prima della guerra, assume la difesa dei suoi tre uomini (nonostante l’opposizione di Mireau), sebbene sia cosciente che la sentenza sia praticamente già scritta. Nel corso del processo, egli rivolge le sue accuse verso la Corte, che ritiene stia procedendo senza il minimo rispetto dei diritti della difesa e in modo troppo sbrigativo e scorretto: ma, in verità, è contro Mireau che indirizza la sua rabbia.
L’accorata difesa di Dax non è sufficiente e così, sgomenti e increduli, i tre vengono condannati a morte per codardia. La sera prima dell’esecuzione, i prigionieri ricevono la visita del prete di campo; solo Arnaud, ubriaco, rifiuta la confessione e si scaglia contro il prete, che verrà difeso da Paris, il quale sferra un forte pugno al commilitone per fermarlo, procurandogli una frattura al cranio.
Nel frattempo, il colonnello Dax viene informato dal capitano d’artiglieria Rousseau dell’ordine ricevuto dal generale Mireau durante l’attacco al “Formicaio” di colpire le proprie truppe rimaste in trincea, ordine restato disatteso ma ritenuto di grande importanza per la corte marziale. Dax rende noto al generale Broulard il fatto, corredandolo con le testimonianze giurate scritte da diversi testimoni. Per il colonnello Dax, l’episodio getta una luce sinistra sull’atteggiamento di Mireau, reo di una colpa talmente grave da inficiarne l’obiettività e la responsabilità di comando. Il generale Broulard si mostra visibilmente colpito dalle parole di Dax lo congeda senza alcun commento sul fatto.
Il giorno dopo, in un’atmosfera di grande tensione, si svolge l’esecuzione alla presenza dei generali Mireau e Broulard. A pranzo, mentre Broulard e Mireau conversano sull’efficacia del loro provvedimento, all’arrivo di Dax, il superiore rende note le accuse mosse a Mireau, annunciandogli che verrà sottoposto ad una doverosa inchiesta. Sentitosi scoperto e accusato, MIreau abbandona sdegnato la sala da pranzo.
Restato solo con Dax, Broulard propone a questi la nomina a generale al posto di Mireau che lui stesso ha appena contribuito a rimuovere. In verità, Broulard pensa che Dax (da lui sinceramente ammirato) si sia abilmente servito di tutta la vicenda per “fare fuori” Mireau ed aprirsi una carriera. Indignato, Dax rifiuta la promozione e accusa il generale Broulard di aver fatto uccidere degli innocenti per calcoli e ragionamenti che, agli occhi di Dax, lo rendono un uomo meschino e disumano. Il generale tronca l’imbarazzante conversazione e, sinceramente impressionato da tanta emotività, dice a Dax: “Lei è un idealista e la compiango”.
Una volta uscito, Dax nota alcuni soldati francesi che si godono di un momento di libertà in una locanda. Quando il proprietario del locale introduce una spaesata ragazza tedesca come l’attrazione del giorno e la invita a cantare qualcosa, dopo gli iniziali schiamazzi, cala il silenzio ed i volti dei soldati diventano seri; la dolce melodia viene pian piano intonata da tutti e poco importa che sia proprio un canto popolare tedesco (Der treuer Husar, “L‘Ussaro fedele“) e la voce di una giovane “nemica” ad evocare emozioni, ricordi e sentimenti lontani. Quando a Dax, che assiste dall’esterno a questa scena, viene portato un nuovo ordine di partenza per il fronte, egli decide di attendere un po’ prima di informare i suoi uomini che si deve tornare a combattere in trincea.La morte può attendere.
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