La dedica d’autore che fissa un momento
Tipologia:  Articolo
Testata:  la Repubblica/Palermo
Data/e:  10 dicembre 2017
Autore:  Umberto Cantone
Articolo: 
Tanti sono i modi con i quali un libro usato, nel diventare raro, annoda al tempo scrittore e lettore. Uno di questi modi – la dedica a un amico vergata in antiporta dall’autore o dal primo acquirente – rende singolare qualunque reperto editoriale.
Tra le dediche siciliane che conservo è curiosa quella che Nino Martoglio, siglando l’edizione Giannotta 1907 della sua raccolta poetica Centona, rivolge “con simpatia d’artista e riconoscenza” a Ildebrando Bencivenni, dimenticata figura di scrittore e insegnante pesarese che a quei tempi collaborava col “Giornale di Sicilia” utilizzando l’esoterico pseudonimo di “Geb”. Chissà quale ragione di gratitudine legò lo scrittore di Belpasso a quel pedagogo che si firmava come una divinità egizia. Commovente è poi l’autografo che apre una mia copia della prima edizione mondadoriana del ‘37 di Via col vento. Appartiene al ventitreenne Fausto Flaccovio, futuro patron della storica libreria palermitana, che dedicando il romanzo di Margaret Mitchell al concittadino Eugenio Bellotti, erede di quella catena di cartolerie dove egli aveva lavorato tempo prima, gli ricorda “con gratitudine” certe comuni “giornate di Milano”.
La dedica è del 1938 (28 aprile), lo stesso anno in cui la libreria di via Maqueda aprì i battenti.
E così quella remota evocazione acquista un intimo valore augurale.