Il “Volto delle Eolie” secondo Fosco Maraini
Tipologia:  Articolo
Testata:  La Repubblica, ed. Palermo
Data/e:  19 aprile 2015
Autore:  Umberto Cantone
Articolo: 
La prima fu una visione d’insieme, un campo lungo sulla superficie marina da dove emergeva “una selva di coni vulcanici”. Dopo l’approdo, fu urgente attribuire una qualità a quel fantastico scenario naturale. E così, secondo l’etnologo fiorentino Fosco Maraini, da una parte sorgevano le “Eolie bianche”, dove l’impeto vulcanico si era placato e i riflessi metallici del sole facevano sembrare siderale ogni superficie abitata, e dall’altra le “Eolie nere”, deserti di basalto e lembi infernali di scogli primordiali. Lo scritto che apre il magnifico “Volto delle Eolie”, un volume in brossura di 80 pagine diventato introvabile, Maraini lo compose d’impeto, probabilmente poco dopo l’arrivo, nel 1946, in quell’arcipelago del Tirreno trasformatosi in luogo elettivo delle imprese (da lui condivise) degli aristocratici “ragazzi della Panària” (Alliata, Moncada, Avanzo, Mazza, Quintino di Napoli), ardite sperimentazioni documentaristiche e produzioni di risonanza internazionale (celeberrima quella che generò “la guerra dei Vulcani” tra la Magnani e la Bergman). Ma in “Volto delle Eolie” non c’è che qualche traccia di quell’avventura cinematografica esauritasi nel 1956. A pubblicare il libro, nel gennaio 1951, fu l’editore palermitano Flaccovio, come elegante summa storica e iconografica che seguiva il più dimesso manuale “Le isole Eolie”, curato nel ’49 dall’Ente per il Turismo di Messina con l’appendice delle note di Francesco Alliata sulla “Pesca subacquea alle isole”. Dello stesso poliedrico principe imprenditore, la pubblicazione di Flaccovio ospita qualche fotogramma del documentario dedicato ai “cacciatori sottomarini siciliani”, con il commento dell’arguto umorista catanese Massimo Simili che ironizza sulla “splendida assurdità di quell’ambiente”, contaminato dall’invasione di pionieri muniti di pinne e autorespiratori. A infarcire il libro provvedono le oltre 50 foto (di Maraini e altri) che illustrano gli originari paesaggi naturali e umani delle 7 isole. E c’è poi il capitolo degli “Appunti su Vulcano” di Vitaliano Brancati, un racconto gotico imperniato sulla sinistra figura del primo proprietario inglese di quell’isola, l’inospitale Harvey, talmente anaffettivo da non scomporsi per la sorte dei figli dispersi nel mare in tempesta, ma pronto a fuggire definitivamente dal suo regno perché terrorizzato da una crepa sulfurea che gli squarciò il pavimento domestico. Questo di Brancati è uno dei più preziosi lapilli di quell’eruzione letteraria che, negli anni, ha alimentato il mito bianco e nero delle Eolie “forgiate dal fuoco”.
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