mercoledì, 23 Ottobre 2024

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Giorno maledetto (Bad Day at Black Rock, Stati Uniti 1955) di John Sturges – Dvd della edizione italiana

Giorno maledetto (Bad Day at Black Rock, Stati Uniti 1955) di John Sturges – Dvd della edizione italiana

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Regia:  John Sturges

Genere:  Drammatico

Origine:  Stati Uniti

Anno:  1955

Da vedere:  * * *

Sceneggiatura:  Millard Kaufman, tratta da un romanzo di Howard Breslin

Cast:  Spencer Tracy, Robert Ryan, Walter Brennan, Ernest Borgnine, Lee Marvin, Anne Francis, Dean Jagger, John Ericson, Russell Collins, Walter Sande

Formato:  Video: 16:9 - 2.55:1 / Audio: Mono Dolby Digital

Edizione:  Prima italiana in Dvd del 2005

Casa di produzione:  Warner Home Video Italia / Turner Entertainment Co. and Warner Bros Entertainment

Lingua:  Inglese, Italiano, Francese

Durata:  80 minuti

Sottotitoli:  Italiano, Inglese, Francese, Olandese, Arabo, Bulgaro (Italiano, Inglese per Non Udenti)

Direttore della fotografia:  William C. Mellor

Musiche:  André Previn

Colore/BN:  Colore

Note: 

Prima edizione italiana in Dvd di Giorno maledetto (Bad Day at Black RockStati Uniti 1955) di John Sturges. Si tratta di un anomalo noir con venature western sceneggiato da Don McGuire e Millard Kaufman che hanno tratto ispirazione dal romanzo Time Bad Honda di Howard Breslin apparso in The American Magazine del gennaio 1947. Presentato in concorso all’ottavo Festival di Cannes, il film è valso al protagonista Spencer Tracy il premio per la migliore interpretazione. 

Sinossi: 

Le vicende del film si svolgono nell’arco di 24 ore, nell’autunno del 1945, due mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale,  a Black Rock, una piccola e desolata cittadina in una regione deserta sud-occidentale degli Stati Uniti. In questa stazione si ferma, per la prima volta dopo quattro anni, un treno passeggeri della Southern Pacific. Ne scende un uomo attempato ma robusto, privo del braccio sinistro. Il suo nome è John Macreedy, e il primo gesto che compie al suo arrivo è quello di chiedere informazioni su un luogo chiamato “La Steppaia”.

Quando giunge all’unico albergo del posto, Macreedy avverte l’ostilità dei pochi abitanti di Black Rock.Viene aggredito dall’arrogante cowboy Hector David, mentre il giovane portiere dell’albergo, Pete Wirth, si rifiuta di dargli una camera con la scusa di non averne disponibili. Ma è all’arrivo di Reno Smith, boss di Black Rock e proprietario della “Steppaia”, che lo straniero Macreedy si rende conto di essere finito in trappola. Esibendo un’aria di sfida, col sospetto di trovarsi di fronte a un uomo di legge, Smith gli concede di alloggiare a Black Rock e afferma che il terreno della “Steppaia” una volta era in affitto a Komoko, un nippo-americano finito internato durante la guerra e di cui ormai non si sa più nulla. In effetti è proprio Komoko che lo straniero sta cercando.

Non dando alcun credito alla versione di Smith, Macreedy prova a rivolgersi allo sceriffo Tim Horn.Questi è un uomo alcolizzato e impaurito che si mostra prima reticente e poi chiaramente succube dell’autorità del boss di Black Rock. L’unico a mostrare simpatia nei riguardi dello straniero sempre più spaesato è Doc Velie, veterinario e becchino del paese, il quale gli consiglia di lasciare immediatamente il paese.

Durante un colloquio pieno di sottintese minacce, il “boss” Smith svela involontariamente a Macreedy che Komoko è morto da tempo, allo scopo di fargli abbandonare le ricerche. Macreedy però affitta una jeep  dalla compiacente sorella del portiere dell’albergo, Liz Wirth, e la guida fino alla “Steppaia”. Si tratta di un terreno abbandonato dove campeggiano i resti della fattoria incendiata appartenuta a Konoko. Macreedy nota pure alcuni fiori simili a quelli che ha visto crescere in guerra nei posti in cui venivano inumati senza bara i corpi dei soldati. Quando Macreedy  percorre la via del ritorno a bordo della jeep, un altro compare di Smith, Coley Trimble, tenta di mandarlo fuori strada.

Il “boss” Smith è sempre più irritato dalla resistenza del coriaceo straniero senza un braccio, e quando lo incontra gli chiede che cosa abbia provocato quella menomazione. Macreedy risponde di avere perso l’arto durante la Campagna d’Italia. Poi incalza l’interlocutore informandolo di aver notato sul terreno della “Steppaia” un tipo di fiori che indicano la sepoltura di un cadavere. Smith prova a difendersi ammettendo di essere anti-giapponese ma di non avere mai ucciso nessun “muso giallo”, essendo stata respinta la sua richiesta di arruolarsi nell’esercito dopo l’attacco di Pearl Harbor.

Intanto, le intimidazioni nei riguardi dello straniero si fanno più pericolose. Privo della jeep e di qualunque altro mezzo di trasporto, Macreedy decide di mettersi in contatto con la polizia di stato, ma il portiere Pete gli impedisce di utilizzare il telefono.

Ad aiutarlo è ancora una volta Doc Velie che, prima di offrirgli il proprio carro funebre come mezzo di fuga, gli svela che qualcosa di terrible è accaduto a Black Rock quattro anni prima. Talmente terribile da indurre l’intera popolazione al silenzio. Il carro però stenta a partire, e a dargli il colpo di grazia provvede il truce Hector.

Macreedy non si dà per vinto e si reca alla stazione ferroviaria per dettare al telegrafista Hastings un telegramma di denuncia  indirizzato alla polizia di stato. L’ostinazione dello straniero innervosisce il perfido Coley Trimble che, mentre l’uomo sta pranzando, prova prima a insultarlo e poi ad aggredirlo. Macreedy si difende con stupefacente abilità e, nonostante la menomazione, atterra il suo avversario con alcune mosse di karatè ben assestate. Poi si rivolge a Smith, presente durante la colluttazione, accusandolo di avere ucciso vigliaccamente Komoko e di essersi fatto aiutare nell’impresa dai suoi scagnozzi Hector e Coley, insieme al giovane portiere Pete.

Poi Macreedy si dirige all’albergo, sperando che Smith e i suoi complici non osino attaccarlo in un luogo pubblico. Ma la cricca dei nemici lo attende nell’androne. Quando, davanti a Smith, arriva il telegrafista Hastings, Macreedy si rende conto che il telegramma alla polizia non è stato mai spedito. Inutilmente lo straniero e Doc Velie chiedono allo sceriffo Horn di intervenire. Di fronte alla reazione del tutore della legge che, ritrovando la dignità, prova ad affrontare il Smith, questi gli strappa il distintivo di sceriffo e lo consegna al sodale Hector, nominandolo a suo capriccio. Naturalmente, il nuovo sceriffo minaccia di arrestare Macreedy e sputa sul telegramma. I testimoni presenti sono troppi e Smith è costretto a rimandare la sua vendetta.

Macreedy non intende cedere alla paura, e anzi rivela a Doc Velie di aver ritrovato, grazie alla sfida di Smith, il vigore che la perdita del braccio gli aveva tolto, lasciandolo in uno stato di autocommiserazione. Poi rivela finalmente lo scopo del suo viaggio: egli è arrivato a Black Rock allo scopo di consegnare a Komoko una medaglia al valore assegnata alla memoria del figlio che aveva combattuto nella sua stessa unità in Italia. Con commozione, Macreedy ricorda come il giovane Komoko aveva sacrificato la propria vita sul fronte salvandolo quando lo aveva visto ferito. Ed ecco spiegato il particolare significato della sua missione.

Anche il giovane portiere Pete, sollecitato dalla sorella, si pente e svela i fatti accaduti: arrivato a Black Rock, Komoko aveva preso in affitto da Smith il terreno della “Steppaia” scoprendo ben presto di non poterlo coltivare a causa della mancanza d’acqua. Non si era dato per vinto e, dopo avere scavato un pozzo profondo, aveva trovato una fonte che gli aveva permesso, una volta installata una pompa, d’irrigare il terreno. Questa piccola vittoria dell’agricoltore aveva fortemente irritato il caporione Smith.

Dopo l’attacco di Pearl Harbor, all’entrata in guerra degli Stati Uniti, a Smith era toccata l’umiliazione di essere respinto dall’esercito. Una notte, dopo una sbornia in compagnia dei suo sgherri Hector e Coley, egli decise di vendicarsi dell’anziano giapponese organizzando una spedizione punitiva. Per stanare Komoko, barricatosi all’interno della propria abitazione, il piccolo branco decise di dare fuoco al suo terreno e alla stessa casa. Quando il vecchio era uscito per sfuggire alle fiamme, Smith in persona gli aveva sparato uccidendolo.

Non sono passate che 24 ore dall’arrivo dello straniero a Black Rock ed è arrivato il momento che il turpe omicidio di quattro anni prima venga punito. Occorre che Macreedy raggiunga una stazione di polizia fuori dal paese. Ad aiutarlo sono Doc Velie, Pete e sua sorella Liz. Quest’ultima si offre di accompagnare con la propria jeep l’uomo, ma lungo il tragitto è costretta a fermare l’auto in un canyon. Macreedy si rende conto di essere caduto in un’imboscata. Quando Smith inizia a sparare contro di lui, l’uomo si rifugia dietro la jeep. Contro la volontà di Macreedy, Liz cerca di mettersi al suo fianco, ma Smith la uccide sparandole alla schiena. Macreedy riesce allora a preparare una bottiglia Molotov utilizzando la benzina presa dal serbatoio della jeep, e poi la scaglia con forza contro Smith che prende fuoco.

Macreedy ritorna a Black Rock portando nella jeep l’agonizzante Smith assieme al cadavere della povera Liz. Avendo recuperato il proprio distintivo ed essendo galvanizzato da Macreedy, lo sceriffo Horn, con l’aiuto di Doc Velie, trova finalmente il coraggio di mettere in carcere i due scagnozzi del “boss” ormai sconfitto, Hector e Coley. Viene chiamata la polizia di stato che si occuperà dell’assassino. Una volta alla stazione, prima della partenza, a Macreedy non resta che consegnare  nelle mani di Doc Velie la preziosa medaglia al valore che appartiene ai  Komoko.

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