Le inchieste del commissario Maigret di Georges Simenon – I 76 numeri della collana Mondadori ( marzo 1966 – gennaio 1969 )
Autore/i:  Georges Simenon
Tipologia:  Collana di romanzi e racconti in 76 volumi
Editore:  Arnoldo Mondadori Editore
Origine:  Milano
Anno:  marzo 1966 : Maigret e il ladro pigro - Maigret e la famiglia felice // aprile 1966 : Maigret e il castellano - Maigret si commuove // maggio 1966 : Maigret nella casa dei fiamminghi - Maigret in Olanda // giugno 1966 : Un'ombra su Maigret - Maigret e il porto delle nebbie // luglio 1966 : Maigret e l'ombra cinese - Maigret e il caso Saint-Fiacre // agosto 1966 : Maigret e l'affare Picpus - Maigret e il fantasma - Maigret e la casa del giudice // settembre 1966 : Maigret e una vita in gioco - Maigret e il sergente maggiore // ottobre 1966: Maigret al Liberty Bar - Maigret e la vecchia signora di Bayeux // novembre 1966 : Maigret a New York // dicembre 1966 : Maigret e il vagabondo - Maigret e i poveri diavoli - Un Natale di Maigret // gennaio 1967 : Le vacanze di Maigret - Maigret al night-club - Ben tornato, Maigret // febbraio 1967 : L'innamorato della signora Maigret - La prima inchiesta di Maigret // marzo 1967 : Il mio amico Maigret - Maigret sotto inchiesta // aprile 1967 : Le memorie di Maigret - Maigret e l'affittacamere // maggio 1967 : L'amica della signora Maigret - Maigret dal giudice // giugno 1967 : Maigret alle assise - Maigret e i gangster // luglio 1967 : Maigret e la spilungona - La rivoltella di Maigret - Le due pipe di Maigret // agosto 1967 : Maigret e il cliente del sabato - Maigret ha paura // settembre 1967 : Maigret e il viaggiatore di terza classe - Due giorni per Maigret // ottobre 1967 : Maigret e la vecchia signora - Maigret e l'affare strip-tease // novembre 1967 : Maigret si sbaglia - Maigret e la giovane morta // dicembre 1967 : Maigret è solo - Maigret e la ballerina // gennaio 1968 : La pazienza di Maigret - Maigret ha un dubbio - Maigret e la ragazza di provincia // febbraio 1968 : Maigret e il corpo senza testa - Maigret e l'osteria da due soldi // marzo 1968 : Maigret in Rue Pigalle - Maigret "al convegno dei Terranova" // aprile 1968 : Maigret e il nipote ingenuo - Maigret e il cane giallo // maggio 1968 : Maigret e la casa delle tre vedove - La trappola di Maigret // giugno 1968 : Maigret viaggia - La ragazza di Maigret // luglio 1968 : Maigret e il ladro - Maigret e la chiusa n°1 - Maigret e il lettone // agosto 1968 : La pipa di Maigret - Maigret si diverte // settembre 1968 : Maigret e il pazzo di Bergerac - Maigret e gli aristocratici // ottobre 1968 : Gli scrupoli di Maigret - Maigret e i testimoni reticenti // novembre 1968 : Uno scacco di Maigret - Maigret a Vichy // dicembre 1968 : La collera di Maigret - Maigret esita - Una confidenza di Maigret // gennaio 1969 : Maigret e il libanese - L'amico d'infanzia di Maigret
Edizione:  Su 76 numeri la collana presenta 17 titoli ( tra romanzi e racconti) del ciclo Maigret in prima edizione italiana: Maigret e il ladro pigro - Maigret e la famiglia felice - Maigret e il fantasma - Maigret e il vagabondo - Maigret e i poveri diavoli - L'innamorato della signora Maigret - Maigret sotto inchiesta - Maigret alle assise - Maigret e il cliente del sabato - Maigret e l'affare strip tease - La pazienza di Maigret - Maigret e il ladro - La pipa di Maigret - Maigret a Vichy - Maigret esita - Maigret e il libanese - L'amico d'infanzia di Maigret
Pagine:  Ogni volume è di circa 180 pagine
Dimensioni:  cm. 18,5 x 11
Caratteristiche:  Brossura in cartoncino illustrata da un disegno a colori riquadrato (con soggetti diversi per ogni numero e tutti riproducenti il commissario Maigret con le fattezze dell'attore italiano Gino Cervi in varie situazioni). In copertina e al dorso una striscia caratterizzata da un colore che varia e si ripete ciclicamente per ogni numero
Note: 
Una delle collane più popolari (detta dei “numerini”) delle Inchieste del commissario Maigret edite da Mondadori. Si tratta di 76 numeri usciti in forma di tascabili in brossura (cm.18,5 x 11), a cadenza quattordicinale, a partire dal febbraio 1966 fino al gennaio 1969. L’ideatore e curatore della collana, che raccoglie tutti i romanzi e racconti con Maigret scritti da Simenon fino a quel momento (esclusi i 6 romanzi composti dal 1969 al ’72), è Alberto Tedeschi. Delle 76 opere presentate 17 sono titoli inediti. Ogni volume riporta in copertina un disegno diverso ma sempre raffigurante Maigret con le fattezze di Gino Cervi, protagonista della serie Tv della Rai che, in quel periodo, raccoglieva una media di 14 milioni di spettatori a puntata. La caratteristica che identifica questa collana è la striscia colorata che attraversa la parte superiore del frontespizio fino alla costa e che cambia colore in ogni numero. Sulla costa sono presenti il numero della collana (di colore bianco, escluso per il numero 44 che appare di colore nero), la scritta Mondadori in maiuscolo e il titolo in minuscolo (a grandi caratteri solo nei primi due numeri). Sul retro di copertina è sintetizzata la trama dell’inchiesta, in seconda un profilo del commissario e in terza una succinta biografia di Simenon. Per la prima volta (riguardo a Maigret) compare, all’inizio del volume, un elenco dei personaggi (nella migliore tradizione dei gialli mondadoriani).
LE ILLUSTRAZIONI DI FERENC PINTÉR
« Nel 1966 Mondadori varò due collane: “Tutte le opere di Georges Simenon – Le inchieste del commissario Maigret”, con l’ambizioso progetto di pubblicare tutto Simenon in ordine cronologico, e i paperback “Le inchieste del commissario Maigret”. I dirigenti della casa editrice affidarono a Ferenc Pintér le illustrazioni delle copertine, il quale scelse come modello Gino Cervi, l’attore italiano che da due anni interpretava Maigret nei popolari sceneggiati Rai. La somiglianza con Cervi non fu imposta dall’alto, e nemmeno adottata per sfruttare la popolarità dell’attore, ma perché piaceva a Pintér e, del resto, andava molto bene anche all’esigente Simenon, che voleva, per contratto, visionare preventivamente le copertine. (…)
La vicenda editoriale delle copertine per “Le inchieste del commissario Maigret” ebbe una preparazione accurata ma un andamento incerto e, a detta di Pintér, notevoli dislivelli di qualità. Pintér capì subito quello che lo disturbava in questa serie: era «il richiamo alla cartellonistica cinematografica, nella quale sono assenti ogni rigore o interpretazione grafica». L’artista si rese coscientemente prigioniero di questo schema e solo molto più tardi, riguardando queste copertine, vide che nonostante tutto una parte si poteva salvare: quella fatta di getto, senza ripensamenti o incertezze. Tra queste composizioni Pintér cita Maigret e una vita in gioco, Maigret e la vecchia signora di Bayeux, Maigret e la chiusa n.1, Maigret e i testimoni recalcitranti, Maigret e il sergente maggiore, Maigret nella casa dei Fiamminghi, Maigret e il cliente del sabato, Un Natale di Maigret e La pazienza di Maigret. Nelle copertine dove la figura di Cervi-Maigret con la pipa si staglia su fondi di colore diverso, il ritratto non stanca e non delude mai: Pintér ha saputo ogni volta proporre un gesto, un’angolazione, un abbigliamento diversi (si osservino la varietà delle stoffe dei cappotti, delle giacche e delle cravatte, il colore e la forma dei cappelli alla Borsalino, che il più delle volte attingono al gusto e al personale guardaroba di Pintér). Una ballerina, un uomo che fugge, una ragazza in costume, un ciclista, un edificio, un telefono, un cane, una chiatta, un autobus, una bancarella o un peschereccio, confinati in un angolo, hanno il compito di precisare e di riassumere le coordinate del racconto.
La scelta dei colori da utilizzare, sempre molto accesi, si orientò su accostamenti di tinte fredde e acide con altre dai toni caldi e solari. La scritta “Maigret”, che campeggia in carattere bastone maiuscolo, è stampata sempre in magenta. Per la collana “Le inchieste del commissario Maigret” Pintér usò i colori a tempera e una carta molto resistente impressa a tela: sfruttandone la trama riusciva a ottenere interessanti risultati pittorici. In seguito, egli dipinse sull’ottimo cartoncino liscio Schoeller, che per la riproduzione veniva “spellato” (nel senso che il primo strato gessato, con l’illustrazione, veniva staccato dal cartoncino per essere avvolto sul cilindro dello scanner). »
(da Tutti i Maigret di Pintér di Santo Alligo, Torino, Little Nemo Editore, 2008)
Sinossi: 
1. Maigret e il ladro pigro (Maigret et le voleur paresseux, Presses Cité 1961), prima edizione italiana, traduzione di Sergio Morando, marzo 1966, striscia blu (pp.178)
Honoré Cuendet, pigro solista del furto, viene trovato ucciso al Bois de Boulogne. I capi della polizia parigina ritengono che si tratti di una vendetta maturata negli ambienti della malavita. Maigret non è convinto e inizia in sordina, quasi clandestinamente, la sua inchiesta che “passa attraverso il cuore degli uomini e le loro verità”.
2. Maigret e la famiglia felice (Maigret et les braves gens, Presses Cité 1962), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini, marzo 1966, striscia verde (pp.180)
Chi può avere ucciso René Josselin, un galantuomo benvoluto da tutti che conduceva una vita borghese in una pacata atmosfera di affetti familiari ? Chi può averlo fatto, una sera a casa sua, se nessun estraneo è penetrato nell’appartamento? Per questa inchiesta, Maigret ha a che fare con gente onesta dal passato “cristallino”. Eppure uno di loro ha commesso un delitto “quasi perfetto”.
3. Maigret e il castellano (M.Gallet décedé, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, aprile 1966, striscia giallo ocra (pp.186)
Tutto suona falso nell’intricata vicenda di Emile Gallet, viaggiatore di commercio assassinato all’Hôtel de la Loire a Sancerre: dalla cartolina spedita da Rouen con la firma di Gallet, mentre il poveretto era già cadavere, alla strana corrispondenza che egli teneva con un misterioso signor Jacob e al suo segreto rapporto con Tiburce de Saint-Hilaire, il castellano di Sancerre. Solo ricostruendo con paziente meticolosità la scena che poteva dare un senso al delitto, il commissario Maigret riesce a scoprire l’insospettata verità.
4. Maigret si commuove (Le charretier de “la Providence”, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, aprile 1966, striscia viola (pp.184)
Per questa inchiesta, Maigret penetra in un mondo che ha un suo commuovente fascino: tra una chiusa e l’altra, tra gente povera e semplice che abita su grossi barconi da carico trainati da cavalli. Ma la vittima appartiene a un mondo ben diverso: si tratta di una donna raffinata ed elegante uccisa misteriosamente in una vecchia scuderia. Per il commissario è un caso difficile: non il minimo indizio e nemmeno un testimone da interrogare.
5. Maigret nella casa dei fiamminghi (Chez les Flammands, Fayard 1932), traduzione di Elena Cantini, maggio 1966, striscia lilla (pp. 190)
La giovane Germaine Piedbœuf è scomparsa misteriosamente da quando, una sera, è entrata nella casa dei Fiamminghi. E, a Givet, i Fiamminghi sono odiati da tutti. Anche per Maigret la vita non è facile. L’incarico è ufficioso e l’ambiente che lo circonda decisamente ostile. Si tratta un delitto? Questo si chiede il commissario tra un sorso di ginepro e una fetta di torta casalinga.
6. Maigret in Olanda (Un crime en Hollande, Fayard 1931), traduzione di Guido Cantini, maggio 1966, striscia verde smeraldo (pp.176)
Maigret viaggia fino a Delfzijl, al nord dell’Olanda. Gli preme di vedere se è proprio un suo compatriota, il professor Jean Duclos, l’autore dell’assassinio di Conrad Popinga, ex capitano di lungo corso e insegnante in quella locale scuola navale. Fra gli stranissimi casi che hanno costellato la professione del commissario, uno dei più singolari gli capita qui: dover cominciare l’inchiesta aiutando una ragazza a far nascere un vitello di razza pura.
7. Un’ombra su Maigret (Cècile est mort, Gallimard 1942), traduzione di Bruno Just Lazzari, giugno 1966, striscia azzurra (pp.178)
Maigret non si dà pace, Cecile ha trovato la zia strangolata. Ma il bello è che Cecile stessa è sparita. Da Filadelfia arriva un collega venuto a studiare i metodi del più famoso poliziotto di Francia proprio mentre questi intuisce una terribile realtà: anche Cécile può essere morta. E difatti la ragazza viene rinvenuta, strangolata a sua volta, non lontano dal Comando della Polizia Giudiziaria. Con qualche senso di colpa, Maigret si domanda: è stata lei a uccidere sua zia? Poi scopre che, in questa inchiesta, l’amore fraterno c’entra e può spiegare molto.
8. Maigret e il porto delle nebbie (Le port des brumes, Fayard 1932), traduzione di Roberto Cantini, giugno 1966, striscia arancione (pp. 192)
Di questo complicato caso Maigret non dimenticherà mai Ouistreham, un piccolo e nebbioso porto sull’Atlantico, e nemmeno “l’uomo”, così soprannominato perché non aveva un nome e rispondeva alle domande con un sorriso vacuo. Era difficile orientarsi su quella distesa che ribolliva sordamente, ma il commissario ha la tenacia di un mastino e la capacità di scendere nel cuore dei suoi “clienti”.
9. Maigret e l’ombra cinese (L’ombre chinoise, Fayard 1932 ), traduzione di Elena Cantini, luglio 1966, striscia verde acqua (pp.180)
In una fredda sera di novembre, dietro la finestra di un palazzo di Place des Vosges che ospita 28 inquilini e un laboratorio chimico, si staglia la figura immobile di un uomo assassinato, come un’ombra cinese contro il vetro smerigliato. Si direbbe che il ricco Couchet sia stato ucciso a scopo di rapina, ma la scoperta di uno stranissimo testamento e la ricostruzione del complesso passato della vittima, inducono il commissario Maigret a una più approfondita indagine.
10. Maigret e il caso Saint-Fiacre (L’affaire Saint-Fiacre, Fayard 1932), traduzione di Guido Cantini, luglio 1966, striscia porpora (pp. 182)
Un’inchiesta conduce Maigret a tornare al paese natale: il villaggio di Saint-Fiacre di Matignon dove suo padre ha fatto per trent’anni l’amministratore dei nobili del luogo. L’improvvisa e misteriosa morte dell’anziana contessa, che Maigret ha conosciuto giovane e bellissima, spinge il commissario ad abbandonare i ricordi nostalgici e a tessere la sua tela investigativa attorno al colpevole dell’efferato crimine che finisce con lo smascherarsi da sé.
11. Maigret e l’affare Picpus (Signé Picpus, Gallimard 1944), traduzione di Roberto Cantini, agosto 1966, striscia verde pisello (pp.172)
Maigret si imbatte in uno strano ometto magro e smorto che lo avverte di aver trovato in un bar un messaggio allucinante: “Domani alle cinque del pomeriggio ucciderò la chiromante. Firmato Picpus”. Ma le chiromanti a Parigi sono centinaia e nemmeno Maigret è in grado di prevenire un delitto. Un’alternativa però rimane e al commissario non resta che muoversi tra indizi malcerti, in questo misterioso intrigo che coinvolge i sordidi ambienti della malavita locale.
12. Maigret e il fantasma (Maigret et le fantôme, Presses Cité 1964), prima edizione italiana, traduzione di Paolo Caruso, agosto 1966, striscia marrone (pp. 170)
L’ispettore Lognon, soprannominato da Maigret il “Malchanceux” (lo “sfortunato”), è vittima di un attentato in una via di Parigi. Prima di morire, il poveretto ha solo la forza di mormorare la parola “fantasma”. Nel corso della sua indagine sull’assassinio di quel collega tranquillo e casalingo, il commissario scopre con stupore che egli aveva una relazione con una giovane e bella estetista poi misteriosamente scomparsa. Sarà lei quel “fantasma”?
13. Maigret e la casa del giudice (La maison du juge, Gallimard 1942), traduzione di Bruno Just Lazzari, agosto 1966, striscia gialla (pp. 184)
Come può comportarsi Maigret declassato dai superiori, esiliato in uno scialbo comando di polizia in provincia? Anche se gli mancano le atmosfere del Quai des Orfévres, lo sconcertante giudice che gli fa una clamorosa rivelazione non gli impedisce di ricostruire le vicende drammatiche di cui viene messo a parte e di risolvere con classe inimitabile un caso singolare, poco consueto anche nella vastissima casistica del commissario.
14. Maigret e una vita in gioco (La tête d’un homme, Fayard 1931), traduzione di Guido Cantini, settembre 1966, striscia lilla (pp. 174)
Due donne sono state barbaramente uccise e il presunto assassino sta attendendo il giorno ormai vicino in cui salirà sul patibolo. Ma il disgraziato ha sempre gridato la propria innocenza con un tale accento di sincerità che Maigret decide di riaprire l’inchiesta conscio che così agendo si gioca la carriera. E com’è vicino, il grosso commissario, dal perdere i suoi quotidiani appuntamenti alla Brasserie Dauphine, quando Joseph Heurtin si sottrae al pedinamento dei poliziotti!
15. Maigret e il sergente maggiore (Les caves du “Majestic”, Gallimard 1942), traduzione di Roberto Cantini, settembre 1966, striscia verde pisello (pp. 166)
Prosper Donge, capo della caffetteria al “Majestic” di Parigi, ha scoperto il cadavere di una giovane e bella donna che giaceva in un armadio nei sotterranei dell’albergo. Questa è almeno la sua versione, ma non vi sono testimoni e c’è chi afferma che in realtà Prosper è l’assassino della ricca americana e la tesi sarà avvalorata dalla scoperta che i due si conoscevano. Sebbene Maigret non ami la dolce vita dei grandi alberghi, anche questa volta indaga con scrupolo fino a incastrare l’assassino.
16. Maigret al Liberty Bar (Liberty Bar, Fayard 1932), traduzione di Elena Cantini, ottobre 1966, striscia arancione (pp. 192)
Cannes, Antibes, Juan-les-Pins, la Costa Azzurra: sono questi i luoghi dove Maigret indaga con la massima riservatezza sull’assassinio di William Brown, ex agente del controspionaggio francese. Ma non è solo nei luoghi dorati della “café society” che il commissario va alla ricerca del colpevole, ma anche nei sordidi vicoli del porto di Cannes e in bistrò come il “Liberty Bar” dove scopre gli indizi sulla doppia vita della vittima.
17. Maigret e la vecchia signora di Bayeux e altri racconti, ottobre 1966, striscia indaco (pp. 188 )
La vecchia signora di Bayeux (La veille dame de Bayeux, 1937), traduzione di Elena Cantini
I maialini senza coda (Le petit cochons sans queue, 1946), traduzione di Anna Ferraris
Il notaio di Châteauneuf (Le notaire de Châteauneuf, 1937), traduzione di Elena Cantini
Un certo signor Berquin (Un certain Monsieur Berquin, 1946), traduzione di Anna Ferraris
Quattro inchieste di Maigret: la prima lo conduce sul luogo dove è stato rinvenuto il cadavere della ricca vedova di Bayeux per scoprire che una morte naturale c’è stata, è vero, ma non quella della vecchia signora; la seconda lo costringe ad assecondare l’ansia della giovane Germaine che ha scoperto nel cappotto del marito scomparso un maialino senza coda di porcellana, un segno per lei allarmante; nel terzo è costretto a cambiare identità diventando il signor Legros di Bergerac, vecchio compagno d’armi del notaio Châteauneuf ; nel quarto racconto ha a che fare con il bizzarro signor Berquin e la sua notte memorabile.
18. Maigret a New York (Maigret à New York, Presses Cité 1947), traduzione di Enzo De Michele, novembre 1966, striscia rosa (pp. 192)
Non si tratta di una normale inchiesta, bensì di traversare l’Atlantico per una missione privata e trovarsi in pochi giorni immerso nella convulsa atmosfera di Manhattan. Un ex clown malinconico e ubriacone, un enigmatico milionario, una vecchia gloria del varietà aiutano Maigret a capire New York. Oltre alla scoperta del colpevole, il commissario sembra interessato a scoprire un mondo nuovo, diverso (ma poi realmente tanto diverso?) da quello in cui abitualmente egli agisce.
19. Maigret e il vagabondo (Maigret et le clochard, Presses Cité 1963), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini, dicembre 1966, striscia giallo ocra (pp. 164)
Per la prima volta, Maigret deve far luce sul tentato omicidio di un clochard, conosciuto dai compagni come il Toubib (il medico). Chi voleva morto un uomo che non ha mai dato noia a nessuno e che, quando ha potuto, è stato di conforto agli altri? E, se vittima di una vendetta, che colpa ha commesso in passato per esserne perseguitato a distanza di tanti anni?
20. Maigret e i poveri diavoli (racconti), prima edizione italiana, traduzione di Roberto Cantini, dicembre 1966, striscia gialla (pp.166)
Non si uccidono i poveri diavoli (On ne tue pas le pauvres types, Presses Cité 1947), prima edizione italiana
La testimonianza del chierichetto (La témoignage de l’enfant de choeur, Presses Cité 1947)
L’ispettore sgarbato (Maigret et l’inspecteur Malchanceux, Presses Cité 1947)
Nel primo racconto Maigret affronta il caso di un delitto in apparenza assurdo: Maurice Tremblet, un uomo onesto e lavoratore, senza nemici e forse anche senza amici, ucciso mentre era seduto sul bordo del letto coniugale e nell’atto di sfregarsi la pianta dei piedi. Ma forse Tremblet non era proprio il poveraccio che pareva. Il secondo racconto riporta il commissario ai ricordi della sua infanzia quando egli serviva messa all’alba come il piccolo Justin, da cui adesso deve ricevere le confidenze necessarie a far luce su un oscuro delitto. Nel terzo, ritroviamo Malgracieux, come è chiamato il povero Lognon, l’ispettore sfortunato e imbronciato che ancora una volta dimostra di meritarsi, almeno in parte, il suo soprannome.
21. Un Natale di Maigret (racconti), dicembre 1966, striscia viola (pp.188)
Un Natale di Maigret (Un Noël de Maigret, Presses Cité 1951), traduzione di Corrado Pavolini
Sette croci in un’agenda (Sept petit croix dans un carnet, Presses Cité 1951), traduzione di Bianca Tamassia Mazzarotto
Nel primo racconto c’è un fantomatico Babbo Natale che dona una bambola a una piccola inferma. Da qui parte un’inchiesta che il commissario conduce da casa, in pantofole e vestaglia, con il profumo del pranzo natalizio preparato dalla signora Maigret. Il secondo racconto descrive l’emozionante caccia a un folle criminale per strappargli dalle mani un bambino e restituire la pace a un padre disperato. Protagonista è un modesto telefonista della Centrale di polizia, zio del piccolo scomparso, che almeno il giorno di Natale si sentirà qualcuno.
22. Le vacanze di Maigret (Les vacances de Maigret, Presses Cité 1948), traduzione di Sarah Cantoni, gennaio 1967, striscia azzurra (pp. 212)
Maigret va in vacanza a Les Sables d’Olonne e fiuta subito il caso. Chi è mai il dottore, quest’uomo colto e irrepresensibile, dallo sguardo freddo e tagliente come una lama? Perché non lascia uscire di casa la sua giovane e bella moglie? L’incidente d’auto in cui ha perso la vita sua cognata è stato casuale o voluto? Il commissario risolve il mistero da solo, utilizzando una tecnica per l’appunto “da vacanza”.
23. Maigret al night-club (Maigret au “Picratt’s”, Presses Cité 1951), traduzione di Sarah Cantoni, gennaio 1967, striscia arancione (pp.202)
Maigret ha preso a frequentare il night-club “Picratt’s” seguendo con paziente e vigile intelligenza la pista di un delitto. A poco a poco accumula indizi fino a quando le maglie della rete si stringono attorno al misterioso assassino. Quella sera il commissario sarà nel locale per un brindisi, a fianco del giovane Lapointe che rivive la fine di un amore e allo sfortunato Lognon destinato a collezionare l’ennesima delusione.
24. Ben tornato, Maigret (Maigret et son mort, Presses Cité 1948), traduzione di Ester Quercioli, gennaio 1967, striscia arancione (pp. 232)
Maigret ha a che fare con un uomo che, nel corso di una strana telefonata, si dichiara inseguito da fantomatici assassini, e con una vecchia signora, seduta nel suo ufficio al Quai des Orfèvres, che gli racconta un’assurda storia di parenti avvelenatori. Ma poi il poveretto della telefonata viene rinvenuto ucciso, e col volto sfigurato, in piena place de la Concorde, e al commissario non resta che condurre un’inchiesta imbottito di aspirine e grog perché in preda a una fastidiosa influenza.
25. L’innamorato della signora Maigret e altri racconti, prima edizione italiana, gennaio 1967, striscia verde smeraldo (pp. 190)
L’innamorato della signora Maigret (L’amoureux de Madame Maigret, 1937), traduzione di Elena Cantini
Un errore di Maigret (Une erreur de Maigret, 1936), traduzione di Elena Cantini
Vendita all’asta (Vente à la bougie, 1939), traduzione di Anna Ferraris
Il delitto di Bagatelle (L’homme dans la rue, 1939), traduzione di Anna Ferraris
Il lutto di Fonsine (Le deuil de Fonsine, 1945), traduzione di Elena Cantini
L’uomo con la barba (Nicolas ou L’homme à la barbe, 1945), traduzione di Elena Cantini
La spilla a ferro di cavallo (L’épingle en fer à cheval, 1941), traduzione di Elena Cantini
Il negro si è addormentato ( Le nègre s’est endormi, 1940), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini
La signora Maigret ha un innamorato, un fedelissimo uomo di mezza età che ogni giorno, per alcune ore, si siede su una panchina dei giardini pubblici di fronte alle finestre di casa Maigret. Ma un bel giorno il misterioso personaggio viene rinvenuto cadavere, colpito al cuore da una pallottola sparata da una finestra limitrofa. Si scopre poi che si tratta di un giovane con un trucco che lo faceva apparire più anziano. Il commissario apre un’indagine con l’ausilio della moglie che si sente parte in causa. A questo racconto ne seguono altri fra i più avvincenti del vastissimo repertorio di Simenon.
26. La prima inchiesta di Maigret (La première enquête de Maigret-1913, Presses Cité 1949), traduzione di Enzo De Michele, febbraio 1967, striscia verde pisello (pp.192)
Un Maigret poco più che ventenne, agli inizi della carriera, che crede di poter modificare il destino altrui e che tiene il broncio come un ragazzino allorché, dopo avere scoperto l’autore di un insospettato delitto, vede l’opera della giustizia frustrata dalla potenza finanziaria e politica delle persone che sarebbero coinvolte nello scandalo se la faccenda diventasse di dominio pubblico.
27. Il mio amico Maigret (Mon ami Maigret, Presses Cité 1949), traduzione di Felice Dessì, marzo 1967, striscia blu (pp.200)
A Porquerolles, una piccola isola del Mediterraneo, è stato ucciso Marcellino Pacaud, la cui donna Maigret ha aiutato a uscire dalla palude della malavita parigina. Un solo indizio: il nome di Maigret che la vittima, poco prima di morire, aveva vantato come suo amico. Da qui prende l’avvio l’inchiesta, impegnativa quanto imbarazzante. Mister Pyke, ispettore di Scotland Yard, segue come un’ombra il commissario, rivelandosi un buon compagno, attento e discreto nel porgere il suo aiuto.
28. Maigret sotto inchiesta (Maigret se défend, Presses Cité 1964), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini, marzo 1967, striscia porpora (pp. 178)
Maigret si ritrova invischiato in una situazione per lui imprevedibile. Una telefonata, un breve incontro notturno con una ragazza lo mandano sotto inchiesta, accusato senza possibilità di difesa. Dimostrare la propria innocenza gli è proibito: chi lo accusa è un inavvicinabile uomo politico. La sola scelta che i superiori gli lasciano è quella della pensione anticipata. Uno sbaglio e un complotto. Ma di chi e perché? Maigret è deciso a scoprirlo.
29. Le memorie di Maigret (Les mémoires de Maigret, Presses Cité 1951), traduzione di Paolo Braccialarghe, aprile 1967, striscia arancione (pp.176)
Maigret vuota il sacco, si confessa? O invece vuol mettere nero su bianco per chiarire come sia diventato poliziotto e fino a che punto abbia amato il suo mestiere? Interrogativi perplessità ricordi. Parigi con i lampioni a gas, con le carrozze tirate da vecchi ronzini, con le Halles e i sordidi alberghetti di Saint-Antoine, e il quai des Orfèvres dove Maigret occupava una stanzetta con la stufa a carbone prima di entrare nella Brigata Speciale e diventare un personaggio importante, come afferma lui stesso in questo singolare libro di memorie.
30. Maigret e l’affittacamere (Maigret en meublé, Presses Cité 1951), traduzione di Sarah Cantoni, aprile 1967, striscia gialla (pp. 194)
L’affittacamere è l’attempata signora Clément, bionda e voluminosa. Il commissario Maigret si trasferisce nel suo comodo appartamento di boulevard Richard-Lenor per scoprire chi abbia tentato di assassinare Janvier, uno dei suoi fedelissimi collaboratori. Sarà stato uno degli abituali inquilini della compiacente signora? Che cosa aveva scoperto di tanto importante il povero Janvier durante uno dei suoi appostamenti?
31. L’amica della signora Maigret (L’amie de Madame Maigret, Presses Cité 1950), traduzione di Torquato Padovani, maggio 1967, striscia blu (pp.200)
Maigret scopre con sorpresa che la sua signora è talmente occupata fuori casa da trascurare le faccende domestiche. E questo perché ha conosciuto, forse per caso, una misteriosa e raffinata signora che l’ha spinta a diventare vanitosa fino a farle frequentare le eleganti vie del centro di Parigi di boutique in boutique. In realtà, la simpatica consorte del commissario segue la pista di un complicato intrigo di furti, imbrogli e delitti. La stessa inchiesta che suo marito ha in corso.
32. Maigret dal giudice (Maigret chez le coroner, Presses Cité 1949), traduzione di Sarah Cantoni, maggio 1967, striscia verde smeraldo (pp.196)
Siamo in Arizona e il dibattito bonario e familiare, che si svolge in un’affollata e caldissima aula del tribunale di Tucson, ci presenta un Maigret confuso tra il pubblico, in mezzo a spavaldi “rancheros” in un’atmosfera da film western. Il commissario segue le fasi di un’inchiesta che coinvolge 5 militari, di servizio all’aeroporto, imputati dell’assassinio di Betsy, una giovanissima ragazza ritrovata cadavere sui binari della ferrovia. L’inchiesta procede lentissima e senza colpi di scena, e Maigret rimane sconcertato dall’ “ingenuità” mostrata dagli inquirenti. Nondimeno il colpevole sarà smascherato.
33. Maigret alle assise (Maigret aux Assises, Presses Cité 1960), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini, giugno 1967, striscia viola (pp.160)
In corte d’Assise è in corso il processo che riguarda Gaston Meurant, incolpato di aver assassinato, a scopo di rapina, la vecchia zia piuttosto ricca e la giovanissima ospite, una bambina di quattro anni. Maigret elabora alcuni indizi. Perché Meurant si sarebbe impadronito dei denari della zia, se non li ha utilizzati per pagare una cambiale in scadenza? E come mai il vestito blu dell’accusato era macchiato di sangue, se quel giorno fu visto da alcune persone con il solito abito grigio? Questi sono i punti che spingono il commissario a non abbandonare il caso quando la Corte assolve l’imputato per insufficienza di prove.
34. Maigret e i gangster (Maigret, Lognon et les gangsters, Presses Cité 1952), traduzione di Bruno Just Lazzari, giugno 1967, striscia blu chiaro (pp.198)
L’ispettore Lognon, il solito Malgracieux, s’imbatte in un cadavere scaraventato sul selciato a pochi passi da lui e poi scomparso. Non siamo a Chicago o a Saint-Louis, bensì a Parigi dove anche la malavita ha una cert’aria di famiglia. Messosi in contatto con l’FBI, Maigret ha la sensazione di essere considerato un dilettante dagli investigatori americani. E questo lo spinge a praticare con orgoglio un gioco duro, con la pistola in mano, per l’appassionante caccia ai gangster in cui s’impegna con l’aiuto dei fedelissimi ispettori della Polizia Giudiziaria.
35. Maigret e la spilungona (Maigret et la grande perche, Presses Cité 1951), traduzione di Bianca Tamassia Mazzarotto, luglio 1967, striscia verde smeraldo (pp.190)
In una giornata calda e afosa, Maigret riceve la visita di una sua vecchia conoscenza: Ernestina, detta la “spilungona, ex prostituta. Parte da qui la sua indagine estiva che lo conduce a rinvenire il cadavere di una donna assassinata. Ad emergere come elementi sono poi uno scassinatore sfortunato, un vetro rotto due volte, una figura di rispettabile marito, una vecchia madre premurosa.
36. La rivoltella di Maigret (Le revolver de Maigret, Presses Cité 1952), traduzione di Lidia Ballanti, luglio 1967, striscia verde pisello (pp.200)
C’è la signora Maigret di fronte a uno sconosciuto seduto nel suo salotto di casa. Grazie a questa insolita visita, il commissario rivede Londra dove ritrova Mister Pike, il suo collega di Scotland Yard. E poi s’imbatte in un caso di pazzia simulata, nel cadavere di un importante e scomodo uomo politico, e in una camerierina tutta rosea e tonda che lo metterà sulla strada giusta. In una limpida giornata londinese, raccontando una strana storia di gatti, Maigret concluderà positivamente l’inchiesta.
37. Le due pipe di Maigret (Maigret et l’homme du banc, Presses Cité 1953), traduzione di Roberto Cantini, luglio 1967, striscia viola (pp.202)
La nuova indagine di Maigret riguarda Louis Thouret, un magazziniere trovato con un coltello nella schiena in un sordido vicolo di Parigi. La sua ditta era in liquidazione da anni, e Thouret era riuscito a costruirsi una seconda vita, nella quale c’era posto per tutto quello che la moglie gli aveva negato: l’amore, un ménage tranquillo, l’amicizia e, perché no, le cravatte dai colori sgargianti e un paio di scarpe gialle. Ma chi ha potuto desiderare la fine di un uomo giudicato da tutti buono e generoso?
38. Maigret e il cliente del sabato (Maigret et le client du samedi, Presses Cité 1962), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini, agosto 1967, striscia verde smeraldo (pp.172)
Uno dei tanti clienti in cerca di soccorso, seduti nell’anticamera degli uffici della Polizia Giudiziaria, è un pover’uomo alcolizzato che confida a Maigret il proprio desiderio di uccidere la moglie che gli ha portato in casa l’amante, relegando lui su una branda del soggiorno. La situazione è assurda e grottesca. Come si comporterà il commissario? E quale sarà il culmine della vicenda?
39. Maigret ha paura (Maigret a peur, Presses Cité 1953), traduzione di Roberto Cantini, agosto 1967, striscia arancione (pp. 188)
Il giudice di Fontenay-le-Comte, vecchio amico di Maigret, è nei guai. Deve trovare il colpevole di tre delitti apparentemente non legati tra loro. Le vittime sono un esponente dell’unica nobile famiglia del paese e due poveri vecchi diavoli. La convinzione diffusa è che l’assassino deve essere certamente un nobile pazzo. E Maigret, per la prima volta, ha paura. Non per sé, beninteso, ma per la sonnacchiosa vita degli abitanti di quel posto tranquillo minacciati dalla furia di un folle. Ma è davvero folle il colpevole?
40. Maigret e il viaggiatore di terza classe (Le pendu de Saint-Pholien, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, settembre 1967, striscia verde pisello (pp.156)
Un giovane operaio viaggia da Neuschanz, posta all’estremo Nord dell’Olanda, fino a Brema. Il commissario Maigret, che lo segue perché per caso lo ha visto spedire a se stesso un pacco da biglietti da mille, sostituisce la sua valigia con una identica. Arrivati a una pensioncina di Brema, il giovane, quando si accorge della sostituzione, si spara un colpo di pistola in bocca. Ma la valigia non conteneva che un abito vecchio e consunto. Perché Maigret ha spinto quell’uomo al suicidio? Ce lo diranno i misteriosi “Compagni dell’Apocalisse”.
41. Due giorni per Maigret (Les nouvelles enquêtes de Maigret, 1937), racconti, traduzione di Elena Cantini, settembre 1967, striscia arancione (pp. 194)
Due giorni per Maigret (L’étoile du Nord, 1937)
Stan l’assassino (Stan le tueur, 1937)
Tempesta sulla manica (Tempête sur la Manche, 1937)
L’amico della signora Berthe (Mademoiselle Berthe et son amant, 1937)
A 48 ore dal meritato riposo, il commissario si precipita, in seguito a una chiamata urgente, all’Étoile du Nord, uno squallido albergo di quart’ordine. In questo caso, come nelle altre inchieste qui raccolte, troviamo un Maigret aggressivo e spesso di cattivo umore, che ricorre a misure per lui inconsuete come quella di ordinare la mobilitazione di una ventina di poliziotti armati, o di giocare a dadi per sfogare la sua rabbia. Gli dà una mano il suo allampanato nipote, Philip Lauer, coscienzioso ma privo del talento dello zio.
42. Maigret e la vecchia signora (Maigret et la vieille dame, Presses Cité 1950), traduzione di Bruno Just Lazzari, ottobre 1967, striscia indaco (pp. 201)
Isolato a Etretat, uno sperduto paesino di mare, un Maigret particolarmente sornione deve risolvere il caso del tentato avvelenamento di una adorabile vecchietta. La rosa dei sospetti coinvolge un’intera famiglia. Chi è il colpevole e qual’è il suo movente? Interesse, odio, rivalità familiare? Una ridda di ipotesi e pochi gli elementi a disposizione del commissario per arrivare al bandolo della matassa.
43. Maigret e l’affare strip-tease (La colère de Maigret, Presses Cité 1963), prima edizione italiana, traduzione di Luisa Scandolo, ottobre 1967, striscia azzurra (pp.179)
Emile Boulay, onesto proprietario di una catena di night, ha un appuntamento con la morte. E con la morte, scatta la macchina della giustizia. Maigret s’immerge nell’atmosfera un po’ ambigua dei locali notturni, interroga tutti, centellina il suo bicchiere di liquore senza perdere d’occhio la porta e gli avventori. Ma qual’è il movente? Interesse, odio, rivalità in affari?
44. Maigret si sbaglia (Maigret se trompe, Presses Cité 1953), traduzione di Bianca Tamassia Mazzarotto, novembre 1967, striscia rossa (pp.190)
Per la prima volta, Maigret batte una falsa pista cercando l’omicida di Lulù, una giovane e bella mondana assassinata con un colpo di pistola. Il commissario è veramente preoccupato: la pipa gli si spegne tra le labbra, i bicchieri di birra lo aspettano invano sul banco della Birreria Dauphine. Questa volta l’avversario da battere è molto forte, un personaggio importante quanto lui. Chi ne fa le spese, almeno per qualche giorno, è Pierrot, il sassofonista amico di Lulù.
45. Maigret e la giovane morta (Maigret et la jeune morte, Presses Cité 1954), traduzione di Gigliola Cerelli, novembre 1967, striscia arancione (pp.186)
Una graziosa ragazza, con indosso un abito da sera azzurro e una sola scarpa argentata, viene trovata assassinata in una piazza di Parigi. Chi è la giovane morta e perché l’hanno uccisa? A fianco di Maigret c’è Lognon, l’ispettore “sfortunato”, la cui diligenza e perspicacia riscuotono l’ammirazione dello stesso commissario. Fra la Polizia Giudiziaria e lo “sfortunato” ha inizio una specie di gara alla ricerca della verità.
46. Maigret è solo (Maigret chez le ministre, Presses Cité 1955), traduzione di Lidia Ballanti, dicembre 1967, striscia gialla (pp. 210)
A Maigret non piace la politica. Ed eccolo convocato, quasi di prepotenza, nell’appartamento privato di un ministro, al quale è stato sottratto un importantissimo documento. In questo losco affare sono coinvolti grossi nomi della finanza, perciò, se non si vuole compromettere la reputazione dell’onesto ministro, bisogna assolutamente risolvere l’intricata faccenda. Il peso della responsabilità è tutto sulle spalle del commissario.
47. Maigret e la ballerina (La danseuse du Gai-Moulin, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, dicembre 1967, striscia verde acqua (pp.174)
Maigret pedina un uomo. Si tratta di un greco, corpulento e facoltoso, che a Parigi ha chiesto la sua protezione ma che, improvvisamente, pare non averne più bisogno. Una volta a Liegi, il greco si reca al Gai-Moulin, un night che è diventato la sede di un ‘organizzazione spionistica. Quest’uomo è dunque una spia? Il dramma, che coinvolge diverse persone, scoppia proprio al Gai-Moulin. Quando l’inchiesta sarà finita, Maigret riceverà, nella sua confortevole casa di Boulevard Richard-Lenor, un simpatico ricordo del commissario di Liegi che lo ha validamente aiutato: una pipa di schiuma.
48. La pazienza di Maigret (La patience de Maigret, Presses Cité 1965), prima edizione italiana, traduzione di Elena Cantini, gennaio 1968, striscia blu (pp.188)
Manuel Palmari, una vecchia volpe nel mondo dei locali notturni parigini, è morto crivellato di colpi di pistola sulla sua poltrona a rotelle. Ad affiancarlo fino all’ultimo è stata Aline, una ex prostituta che ha gestito i rapporti con l’esterno per i suoi loschi traffici. Maigret, che per Palmari provava una segreta ammirazione, si appella alla propria pazienza per condurre l’insidiosa inchiesta.
49. Maigret ha un dubbio (Maigret à l’école, Presses Cité 1954), traduzione di Bianca Tamassia Mazzarotto, gennaio 1968, striscia verde oliva (pp. 188)
Maigret ha nostalgia di ostriche e vino bianco. Così finisce in una piccola borgata di mare dove un colpo di carabina colpisce un impopolare personaggio, sconvolgendo la tranquilla e sonnacchiosa vita degli abitanti. Un funzionario della gendarmeria di La Rochelle si occupa del caso mentre un maestro di scuola rischia di pagare per tutti, solo perché è straniero e ha alle spalle una pesante situazione familiare. A mettere sulla buona pista Maigret, questa volta roso da dubbi, saranno proprio gli scontrosi alunni del maestro.
50. Maigret e la ragazza di provincia (L’inspecteur Cadavre, Gallimard 1944), traduzione di Roberto Cantini, gennaio 1968, striscia arancione (pp. 188)
Come dire di no al giudice Bréjon per un solleticante caso? Maigret parte per Saint-Aubin, un piccolo paese della Vandée. Si deve indagare sulla morte del ventenne Albert, trovato stritolato da un treno. Il commissario deve fronteggiare la strana omertà degli abitanti del luogo fino a scoprire una spiacevole situazione riguardante la famiglia del commerciante Etienne Naud, a cui in seguito “consiglierà” un utile espatrio.
51. Maigret e il corpo senza testa (Maigret et le corps sans tête, Presses Cité 1955), traduzione di Sarah Cantoni, febbraio 1968, striscia gialla (pp. 196)
Grazie a Jules e Robert Naud, proprietari del battello “I due fratelli”, nel canale Saint-Martin vengono rinvenuti prima un braccio e poi altri pezzi di un cadavere, la cui testa però rimane introvabile. Per questa indagine, Maigret percorre i lungosenna brumosi, entra nei bistrots e nelle brasseries, a contatto delle vittime, quelle che sono state colpite e quelle che hanno colpito.
52. Maigret e l’osteria dei due soldi (La guinguette à deux sous, Fayard 1931), traduzione di Guido Cantini, febbraio 1968, striscia blu (pp.168)
Un condannato alla ghigliottina, Jean Lenoir, svela a Maigret che otto anni prima lui e un suo compagno hanno visto gettare il cadavere di un uomo nel canale Saint-Martin da un tale che hanno poi ricattato. Ma un giorno costui è sparito dalla circolazione. Dove è andato a finire? Frequenta ancora l'”Osteria dei due soldi” dove ultimamente era stato visto? Jean Lenoir non vuole dire altro: ma ciò è sufficiente per acuire la curiosità di Maigret.
53. Maigret in rue Pigalle e altri racconti (Les nouvelles enquêtes du commissaire Maigret, 1936-1937), traduzione di Elena Cantini, marzo 1968, striscia blu (pp.188)
Maigret in rue Pigalle (Rue Pigalle, 1936)
La chiatta con i due impiccati (La péniche aux deux pendus, 1936)
Il caso del boulevard Beaumarchais (L’affaire du boulevard Beaumarchais, 1936)
La finestra aperta (La fenêtre ouvert, 1936)
Il signor Lunedì (Monsieur Lundì, 1936)
Jeumont, 51 minuti di fermata (Jeumont, 51 minutes d’arrêt!, 1936)
Pena di morte (Peine de mort, 1936)
Le lacrime di cera (Les larmes de bougie, 1936)
La locanda degli annegati (L’auberge aux noyés, 1937)
Il primo dei nove racconti contenuti in questo volume, inizia con un clamoroso arresto effettuato da Maigret nel locale “Marina” in rue Pigalle, validamente aiutato dal fedele Lucas. Non sempre la calma accompagna il grande commissario come nel Caso del boulevard Beaumarchais, dove lo scopriremo congestionato e con gli occhi lucidi dalla rabbia. Con Il signor Lunedì entriamo nella casa ospitale del dottor Barion, nella quale la domestica, Olga Boulanger, è stata uccisa in modo misterioso. In Le lacrime di cera, Maigret effettua un vero e proprio viaggio nel tempo, visitando la vecchissima bottega delle sorelle Potru. Alla fine di queste inchieste, il commissario consegnerà senza gioia i colpevoli alla giustizia.
Maigret al “Convegno dei Terranova“ (Au rendez-vous des Terre-Neuvas, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, marzo 1968, striscia lilla (pp.158)
A bordo dell’ “Océan”, un piccolo veliero ormeggiato in un piccolo porto del Nord, viene ritrovato assassinato il suo capitano. Il primo sospettato è un giovane e onesto marinaio che non vuole parlare e preferisce il carcere. Per far luce sul terribile delitto, Maigret si reca con la moglie a Fécamp. Qui la signora Maigret fa conoscenza con la fidanzata del giovane incriminato, aiutandola a superare i giorni della snervante attesa, mentre il commissario si scontra con la sorniona malafede dei marinai dell’ “Océan” per risolvere il caso.
55. Maigret e il nipote ingenuo (Maigret, Fayard 1934), traduzione di Sarah Cantoni, aprile 1968, striscia indaco (pp.156)
In pensione da parecchio tempo, Maigret deve togliere dai guai il nipote poliziotto Philippe. Mentre era impegnato in un appostamento al locale “Florida” di rue Fontaine, l’ingenuo giovanotto si era imbattuto nel cadavere del proprietario Pepito e, preso dal panico, aveva afferrato la pistola del morto lasciando tracce della propria presenza sul luogo del delitto da dove era fuggito. Senza l’aiuto dei suoi collaboratori e seguendo il suo vecchio ma funzionalissimo metodo, l’ex commissario assicurerà alla Giustizia i colpevoli.
56. Maigret e il cane giallo (Le chien jaune, Fayard 1931), traduzione di Roberto Cantini, aprile 1968, striscia giallo ocra (pp. 164)
A Concarneau avvengono strani delitti (sparatorie, avvelenamenti con la stricnina), a cominciare da quello del rispettabile commerciante Mostaguen, ferito al ventre da un colpo di pistola mentre usciva dall’Hôtel de l’Amiral. Il commissario Maigret, appena nominato capo della Brigata Mobile di Rennes, indaga a partire da un elemento inquietante: la presenza di un cane giallo presente a ogni sciagura. Tutti gli indizi sono diretti verso una specie di colosso, un bruto che pare avercela con i notabili del paese.
57. Maigret e la casa delle tre vedove (La nuit du Carrefour, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, maggio 1968, striscia arancione (pp. 178)
A un crocicchio c’è la casa delle Tre Vedove le cui mura pare racchiudano un pesante mistero. La tenebrosa casa è abitata da due singolari fratelli di origine danese: l’uno distintissimo e gelido e l’altra sensuale e spregiudicata. Dopo i primi turbamenti, Maigret acquista il suo solito sangue freddo indagando in prospettiva fino a quando la verità gli si spalanca davanti agli occhi: l’affascinante donna al centro dell’intrigo è davvero danese?
58. La trappola di Maigret (Maigret tende un piège, Presses Cité 1955), traduzione di Roberto Cantini, maggio 1968, striscia arancione (pp.180)
Al Quai des Orfèvres regna un comprensibile nervosismo: Maigret e i suoi collaboratori devono vedersela con un assassino seriale che ha ucciso cinque donne. Cinque vittime che non avevano nulla in comune se non una mediocrità disarmante e la mancanza di una qualsiasi caratteristica in grado di gettare luce sulle predilezioni del killer. Alla fine, il commissario decide di ricorrere al metodo seguito dai contadini per combattere i ladruncoli di polli, e prepara una trappola ingegnosa.
59. Maigret viaggia (Maigret voyage, Presses Cité 1957), traduzione di Gilberto Rossa, giugno 1968, striscia arancione (pp. 190)
Maigret è costretto a viaggiare per una delicata inchiesta su un famoso miliardario inglese trovato morto nello stesso albergo parigino dove una contessa italiana ha tentato il suicidio. Il commissario deve fare buon viso a cattivo gioco nel trattare con i guanti gente che non stima come John T.Arnold, grande amico del miliardario assassinato, che riesce a metterlo a disagio. Dopo numerosi appostamenti e spostamenti, l’istruttoria deve ricominciare dall’inizio.
60. La ragazza di Maigret (Félicie est là, Gallimard 1944), traduzione di Roberto Cantini, giugno 1968, striscia arancione (pp.180)
Nonostante abbia 24 anni, Félicie sembra una ragazzina irresponsabile coinvolta in una squallida situazione. E si diverte a ostacolare le indagini di Maigret sull’assassinio di Jules Lapie, detto Gamba di Legno, proprietario della villa dove Félicie lavora come domestica. Se il commissario non sapesse usare la propria autorità e non si rendesse conto che per “metter dentro” non bastano soltanto dei sospetti, la ragazza si troverebbe nei guai.
61. Maigret e il ladro (Le voleur de Maigret, Presses Cité 1967), prima edizione italiana, traduzione di Laura Guarino, luglio 1968, striscia giallo ocra (pp. 196)
Maigret subisce la beffa di venire borseggiato in un autobus. Ma poi si vede restituire il portafogli intatto dal giovane François Ricain, abile ladro la cui piccante moglie, Sophie, viene trovata uccisa. Partire dal dato di fatto del portafogli rubato al poliziotto più famoso di Francia e giungere a un finale incredibilmente “logico”, lascia un po’ l’amaro in bocca anche al grande commissario.
62. Maigret e la chiusa n.1 (L’écluse n.1, Fayard 1933), traduzione di Elena Cantini, luglio 1968, striscia verde smeraldo (pp.172)
A Charenton, piccola località alle porte di Parigi, un vecchio marinaio ubriaco, nel salire sulla sua chiatta, perde l’equilibrio e precipita in acqua. Questa caduta, che a tutta prima sembra banale, rivelerà a Maigret un sordido retroscena. A complicare la situazione, prima della fine dell’inchiesta, verranno scoperti due cadaveri. Al commissario, che dovrà rimandare l’agognato pensionamento, spetta il compito di risolvere quella che dovrebbe essere la sua ultima inchiesta.
63. Maigret e il lettone (Pietr-le-Letton, Fayard 1931), traduzione di Elena Cantini, luglio 1968, striscia amaranto (pp.190)
La polizia segue Pietro il Lettone, famoso furfante, infilatosi in uno scompartimento dell’Espresso “Stella del Nord” sulla rotta Bruxelles-Parigi. Maigret vuole sapere se scenderà a la Gare du Nord e si reca in quella stazione. Il piano accuratamente studiato viene buttato all’aria. Torrance, fedele collaboratore del commissario, viene trovato cadavere in una stanza del Majestic. E Maigret deve pure vedersela col giudice istruttore che si preoccupa di una sfilza di stranieri facoltosi implicati nella vicenda.
64. La pipa di Maigret e altri racconti (1945-1946), prima edizione italiana, agosto 1968, striscia verde acqua (pp.168)
La pipa di Maigret (La pipe de Maigret, 1945), traduzione di Giannetto Bongiovanni
Sotto pena di morte (Sous piene de mort, 1946), traduzione di Anna Ferraris
Lo scalo di Buenaventura (L’escale de Buenaventura, 1946), prima edizione italiana, traduzione di Anna Ferraris
La signora Quattro e i suoi figli (Madame Quatre et ses enfants, 1945), traduzione di Anna Ferraris
Chi ha rubato la pipa al poliziotto più famoso di Francia? Maigret annaspa e poi il ricordo si collega alla visita di due strani personaggi nel suo ufficio del Quai des Orfèvres. E così comincia a pedinare Nicolas, un tipo senza scrupoli che ha un grosso conto da regolare per via di un affare registrato anni prima a Nizza. A questa appassionante vicenda seguono tre originalissime inchieste del commissario.
65. Maigret si diverte (Maigret s’amuse, Presses Cité 1957), traduzione di Elena Cantini, agosto 1968, striscia blu (pp.190)
Maigret è tentato da una vacanza in una località climatica superaffollata, ma poi ci ripensa e sceglie di rinchiudersi nel suo appartamentino insieme alla moglie. Ma il misterioso caso della morte della giovane moglie di un noto e facoltoso medico, indagine affidata in sua assenza all’ispettore Janvier, lo induce a compiere un’inchiesta clandestina che, grazie al suo aiuto, farà cogliere al collega il primo successo di una lunga carriera.
66. Maigret e il pazzo di Bergerac (Le fou de Bergerac, Fayard 1932), traduzione di Guido Cantini, settembre 1968, striscia verde smeraldo (pp. 180)
Maigret giace a letto a causa di una ferita riportata in circostanze misteriose. E con l’immaginazione segue i protagonisti e le comparse del caso del “pazzo di Bergerac”, un maniaco che strangola le donne e trafigge il loro cuore con uno spillone. Come in un’allucinazione gli appaiono i volti del suo ex collega Rivaud, del procuratore con i capelli tagliati a spazzola, del chirurgo Rivaud e della sua triste moglie accanto alla graziosa e raffinata cognata. Il giorno in cui lascia il letto, il commissario si reca a colpo sicuro dal suo pericoloso “pazzo”.
67. Maigret e gli aristocratici (Maigret et les vieillards, Presses Cité 1960), traduzione di Bruno Just Lazzari, settembre 1968, striscia lilla (pp. 176)
Maigret si muove a disagio, e con la sensazione di trovarsi in un contesto assurdo, in questa inchiesta che riguarda la morte dell’inoffensivo conte Armand de Saint-Hilaire. Né il nipote del conte, Alain Mazeron, né Jacquette Larrieu, la vecchia domestica, né infine la dolce principessa Isabelle de V., amica carissima dell’aristocratico, offrono una chiave attendibile per risolvere questo strano caso dai patetici risvolti.
68. Gli scrupoli di Maigret (Les scrupules de Maigret, Presses Cité 1958), traduzione di Guido Cantini, ottobre 1968, striscia verde oliva (pp. 186)
Il 10 gennaio, mentre la gente vive al rallentatore nei giorni dopo le feste, Maigret apprende da un certo Xavier Marton che la moglie di questi ha intenzione di ucciderlo. Per il famoso neurologo Steiner il povero Marton non è che un nevrotico almeno fino a quando il suo cadavere fu scoperto riverso a metà tra il letto e la scala a chiocciola. Al commissario non resta che trattare col giudice Coméliau che deve istituire il processo e interrogare un medico sull’orlo della follia.
69. Maigret e i testimoni reticenti (Maigret et les témoins récalcitrants, Presses Cité 1959), traduzione di Roberto Cantini, ottobre 1968, striscia gialla (pp. 180)
In una grande vecchia casa della periferia parigina abitata da una famiglia un tempo importante, i Lachaume, è avvenuto un omicidio. Nonostante avverta il peso degli anni, Maigret usa la tattica consueta per la sua indagine: cautela, pazienza, perspicacia nel soppesare sguardi e silenzi, allusioni e reticenze. E in più fronteggia l’arroganza di un giovane giudice istruttore, rigido e ficcanaso.
70. Uno scacco di Maigret (Un échec de Maigret, Presses Cité 1956), traduzione di Roberto Cantini, novembre 1968, striscia gialla (pp. 166)
Nei momenti di malumore è doppiamente duro per Maigret affrontare alcuni problemi ingarbugliati. Non solo la turista inglese Muriel Britt sparisce dalla circolazione ma pure Fumal, grossolano e un po’ vigliacco re dei macellai, finisce impallinato praticamente sotto i suoi occhi. Il commissario è sotto osservazione a causa di pretestuose lagnanze provenienti da un personaggio autorevole ed è costretto a impegnarsi a trovare l’assassino del famigerato macellaio.
71. Maigret a Vichy (Maigret à Vichy, Presses Cité 1968), prima edizione italiana, traduzione di Sarah Cantoni, novembre 1968, striscia arancione (pp.178)
Maigret è deciso a recarsi in vacanza a Vichy per riposarsi e sottoporsi a una dieta rigorosa con l’ausilio delle salutari acque termali del luogo. Purtroppo tutto questo non dura a lungo. Infatti, interpellato dalla polizia locale a proposito di un caso di strangolamento, il commissario è costretto a riprendere il suo tono professionale per sfoderare il suo infallibile metodo d’indagine.
72. La collera di Maigret (Maigret se fâche, Presses Cité 1947), traduzione di Giannetto Bongiovanni, dicembre 1968, striscia verde (pp.170)
Nonostante i giorni d’ozio a Meung-sur-Loire, Maigret si concede qualche inchiesta per tenersi in allenamento. Si tratta di un affare assai intricato e torbido il cui perfido artefice è un certo Malik, un riccone che tanti anni prima era stato compagno di scuola del commissario e che ora è pronto a procurargli una delle più grosse arrabbiature di tutta la sua vita di poliziotto.
73. Maigret esita (Maigret hésite, Presses Cité 1968), prima edizione italiana, traduzione di Sarah Cantoni, dicembre 1968, striscia verde-pisello (pp. 180)
In una calda giornata di primavera, Maigret apprende di un imminente omicidio da una lettera anonima arrivata nel suo ufficio al Quai des Orfèvres. Il suo sollecito intervento non basta però a sventare il proposito dell’assassino. Questa morte introduce il commissario nell’ambiente dell’alta borghesia parigina. Il caso è talmente complesso, le persone sono tanto diverse da giustificare ogni sua esitazione.
74. Una confidenza di Maigret (Une confidence de Maigret, Presses Cité 1959), traduzione di Elena Cantini, dicembre 1968, striscia blu (pp. 168)
A cena dai Pardon con la moglie, Maigret confida al suo più caro amico lo sgomento provato di fronte al caso di Adrian Josset. Il quarantenne nato a Sète era stato accusato di aver assassinato la moglie con ventitré coltellate. Ma le cose stavano davvero così? Ma molto spesso il commissario ha paura che la verità gli scappi fra le mani rivelandosi un pazzesco gioco del caso.
75. Maigret e il libanese (Maigret et l’affaire Nahour, Presses Cité 1966), prima edizione italiana, traduzione di Tina Honsel, gennaio 1969, striscia verde pisello (pp. 184)
Risvegliato in una notte d’inverno da una telefonata dell’amico dottor Pardon, il commissario indaga su un delitto già consumato nell’ambiente dell’alta società. Seguendo la pista dell’assassino si troverà di fronte a giocatori incalliti e a facoltosi personaggi che sotto l’apparenza di un lusso sfrenato nascondono angosce e debolezze.
76. L’amico d’infanzia di Maigret (L’ami d’enfance de Maigret, Presses Cité 1968), prima edizione italiana, traduzione di Sarah Cantoni, gennaio 1969, striscia lilla (pp. 182)
I momenti d’ozio di Maigret vengono interrotti dalla visita di un vecchio compagno di scuola, Florentin, il burlone della classe. Il commissario non lo rivede con piacere dopo trent’anni, ma quando scopre il dramma di quest’uomo debole che vive di espedienti ai margini della società decide di aiutarlo a tirarsi fuori da un clamoroso intrigo.
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