La Sicilia di Guido Piovene
Tipologia:  Articolo
Testata:  La Repubblica, ed. Palermo
Data/e:  18 dicembre 2016
Autore:  Umberto Cantone
Articolo: 
Tra i tanti anniversari del 2017 a venire c’è quello doppio che riguarda lo scrittore e giornalista vicentino Guido Piovene: i cento anni dalla nascita e la prima pubblicazione in volume, datata 1957, del suo magistrale Viaggio in Italia, diventato nel frattempo un longseller.
Di quella sontuosa edizione mondadoriana — 999 copie in carta vergata azzurra firmate dall’autore — risultano assai ricercati i pochi esemplari rimasti, da segnalare come godibile occasione per bibliofili.
E che oggi non appaia obsoleta l’impresa di questo irripetibile reportage sull’Italia in mutazione, intenta a metabolizzare la catastrofe bellica al crocevia del boom economico, possono accorgersene pure i lettori siciliani, ai quali diranno ancora molto le pagine dove Piovene analizza con disincantata acutezza l’isola “così eguale a sé stessa attraverso i secoli”, terra di “stridenti” contrasti sociali e culturali, dove la mafia si fa piovra mentre persino il mutamento indotto dalle riforme “diventa uno spettacolo, ricco di accenti drammatici ed anche comici”.
È noto come i capitoli di “Viaggio in Italia” siano nati da un ciclo di 94 trasmissioni messo in onda tra il maggio del 1953 e l’ottobre del 1956 su Radio Uno. Meno noto è che, dal luglio di quest’anno, tutte le puntate di quell’esemplare documentario radiofonico siano disponibili sul sito di Rai Teche corredate di una cartina interattiva.
E se l’edizione cartacea di 670 pagine è illustrata da 32 vedute fotografiche dall’alto, a supportare in trasmissione il testo di Piovene rimangono una serie d’interviste realizzate all’epoca dal radiocronista Nanni Saba. Si possono dunque agevolmente riascoltare on line, nel corso delle puntate siciliane, preziosi documenti sonori come la testimonianza del puparo di Palermo Francesco Sclafani, o quelle dell’archeologo autodidatta agrigentino Antonino Arancio e di una delle mitiche sorelle Naro che a Siracusa custodirono nel loro laboratorio i segreti della lavorazione del papiro.
Di queste e di tante altre “prese dirette” si nutrì l’“inventario” di Piovene, anche per il suo intenso viaggio siciliano, iniziato a Messina e approdato sulla vetta di Erice di fronte a quel rinomato panorama che offre “una visione antologica del mondo classico”.
E così, in quel 1957 che precedeva di un anno l’exploit del Gattopardo, gli italiani hanno potuto leggere di una Sicilia “non più terra depressa” dove, pur tra contraddizioni e paradossi resistenti, i suoi abitanti, “un tempo sospettosi e passivi, ora si agitano, si battono, si danno da fare”.
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