lunedì, 7 Ottobre 2024

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Il posto delle fragole (Smultronstället, 1957) di Ingmar Bergman – Cineromanzo in “Cine Foto Romanzo”, n. 5, maggio 1961

Il posto delle fragole (Smultronstället, 1957) di Ingmar Bergman – Cineromanzo in “Cine Foto Romanzo”, n. 5, maggio 1961

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Autore:  Autori vari

Tipologia:  Cineromanzo a fumetti

Film di riferimento:  Il posto delle fragole (Smultronstället, Svezia 1957), scritto e diretto da Ingmar Bergman. Con Victor Sjostrom, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Bjornstrand, Folke Sundquist

Editore:  Edizioni Cinefoto, Collana "Cine Foto Romanzo", n.5

Origine:  Roma

Anno:  1961 (maggio)

Caratteristiche:  Fascicolo spillato con illustrazione disegnata a colori

Edizione:  Prima

Pagine:  48

Dimensioni:  cm. 30 x 21

Note: 

 

Prima edizione del cineromanzo a fumetti tratto da Il posto delle fragole (Smultronstället, Svezia, 1957) di Ingmar Bergman. A pubblicarlo è la rivista Cine Foto Romanzo delle Edizioni Cinefoto (ex la Torraccia) di Roma, direttore responsabile Edoardo Rovelli.

All’interno di questa edizione, datata maggio 1961, le tavole a fumetti riproducono i fotogrammi del film senza omettere alcuna scena, ma semplificando i dialoghi originali.

In copertina campeggia un disegno a colori che ha per generico soggetto il bacio tra due amanti.

 

TRAMA 

Il settantottenne professor Isak Borg, batteriologo di fama, deve recarsi da Stoccolma a Lund dove sarà festeggiato il suo giubileo professionale. L’uomo, da tempo votatosi alla solitudine, ha un figlio medico, Evald, sposato, senza bambini. Ha ancora la mamma ultranovantenne, donna vivace malgrado l’età. La moglie è morta da qualche anno; il loro non è stato un matrimonio felice. Il professore, che si autodefinisce cocciuto e pedante, vive solo con la brava e fedele governante Agda.

La sua domenica inizia con un incubo: egli si trova solo in una città sconosciuta dove gli orologi sono privi di lancette. Un uomo cade a terra afflosciandosi su se stesso e un carro funebre cozza contro un lampione facendo cadere sul selciato la bara che trasporta. Si vede una mano afferrare il professore per il braccio, tirandolo a sé, ed egli riconosce nel volto del morto il proprio. Al risveglio, dopo aver chiesto la colazione alla governante, Isak decide di non affrontare il viaggio in aereo bensì in automobile, e la nuora Marianne si offre di condividere il tragitto con lui.

Durante il viaggio, Marianne rimprovera al suocero l’avarizia nei confronti del figlio Evald. Una deviazione dell’itinerario conduce i due alla casa dove Isak ha vissuto per vent’anni con nove tra fratelli e sorelle, e il vecchio si lascia travolgere dai ricordi. Rivede la cugina Sara, che egli amava ma che non riuscì a sposare, intenta a raccogliere le fragole per lo zio Aron, di cui ricorre l’onomastico. Quando tutti sono a tavola, due antipatiche gemelline (una di esse è interpretata da Lara Bergman, primogenita del regista)  raccontano di aver visto il cugino Sigfrid baciare Sara, e quest’ultima si allontana piangendo.

Intanto una giovane, che somiglia molto a Sara (interpretata dalla stessa Bibi Andersson), chiede a Isak un passaggio per sé e due suoi amici. Egli accetta e la vettura riparte. A una curva avviene uno scontro con un’auto che incrocia quella di Isak e da quella esce, illesa, una coppia che è accolta a bordo. Ripreso il viaggio, i due ospiti litigano tra loro in modo intollerabile e vengono fatti scendere.

Lungo l’itinerario si trova la casa della mamma ultranovantenne di Isak. Il gruppo decide di fermarsi per una breve visita, dopo aver fatto rifornimento da un benzinaio che rievoca il comportamento generoso del professore in gioventù e dopo aver pranzato in una trattoria. Durante questo pranzo,  i due giovanotti (uno credente e l’altro ateo)  discutono con veemenza sull’esistenza di Dio. Si chiede un parere al professore, che lo rifiuta. Ma una risposta è data in chiave poetica, quando Isak e la nuora recitano questi versi: «La sua presenza è indubbia e io la sento in ogni fiore e in ogni spiga al vento…». Durante la visita, la mamma di Isak mostra a lui e a Marianne vecchi giocattoli e vecchie foto lamentandosi per la solitudine di cui soffre malgrado il cospicuo numero di nipoti e pronipoti.

Dopo la breve visita, il gruppo si rimette in viaggio e, mentre Marianne è alla guida, Isak si addormenta e viene colto da un nuovo incubo.  Sara, giovane, lo costringe a guardare in uno specchio il proprio volto di anziano e lo informa che presto dovrà morire. Successivamente gli annuncia che sposerà Sigfrid e va in casa ad accudire il suo bambino. Isak bussa alla porta ma viene ad aprirgli un severo insegnante che lo conduce in una classe e lo interroga contestandogli le risposte e dandogli dell’incompetente. Lo accusa poi di egoismo e incomprensione e gli infligge come condanna la solitudine.

Quando il professore si risveglia dice a Marianne «Sono morto pur essendo vivo», mentre  Marianne gli confida che i suoi rapporti con il marito sono difficili e che egli non vuole il figlio in arrivo.

Al termine del viaggio, Marianne e Isak arrivano a casa di Evald dove trovano la governante, nel frattempo giunta in aereo. Inizia la cerimonia tra gli squilli di tromba e il suono delle campane: viene letta la formula in latino mentre Isak decide di trascrivere l’esperienza di quella giornata. Durante la sera, il professore tratta con inusitata gentilezza la governante, poi tenta di far riconciliare la nuora con il figlio. E infine si addormenta, ricordando ancora i momenti felici dell’infanzia ed evocando l’immagine dei genitori.

 

 

 

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