Il dominatore della metropoli – Cineromanzo a fumetti dal film “Meet John Doe” (“Arriva John Doe” o “I dominatori della metropoli”), 1941 di Frank Capra, in Cinefotoromanzo Gigante, n.9, 1 novembre 1955
Tipologia:  Cineromanzo a fumetti
Film di riferimento:  "Meet John Doe" (Stati Uniti, 1941) di Frank Capra. Sceneggiatura di Robert Riskin e Robert Presnell Sr. Fotografia di George Barnes. Musica di Dimitri Tiomkin. Con Gary Cooper, Barbara Stanwyck, Edward Arnold, Walter Brennan, Spring Byington, James Gleason, Gene Lockhart, Rod La Rocque, Irving Bacone
Editore:  Editrice "La Torraccia"
Origine:  Roma
Anno:  1955 (1 novembre)
Caratteristiche:  Fascicolo spillato a colori. In copertina, una fotografia di scena del film "Meet John Doe" con Barbara Stanwyck e Gary Cooper
Edizione:  Prima edizione in "Cinefotoromanzo", n. 9, 1 novembre 1955
Pagine:  32
Dimensioni:  cm. 34,2 x 27
Note: 
Prima edizione del cineromanzo italiano a fumetti tratto dal film Meet John Doe (1941) di Frank Capra con Gary Cooper e Barbara Stanwyck. In Italia, il film uscì col titolo I dominatori della metropoli che solamente in seguito fu tradotto con Arriva John Doe. La prima edizione del cineromanzo, pubblicata dalla Editrice Torraccia nella rivista mensile «Cinefotoromanzo Gigante» (n.9 del 1°novembre 1955), è intitolata Il dominatore della metropoli.
In archivio è presente una seconda edizione dello stesso cineromanzo (vedi in GALLERY) intitolata Tutta la città ne parla (che è il titolo italiano di un film di John Ford del 1935, The Whole Town’s Talking, con Edward G. Robinson e Jean Arthur):
♦ TUTTA LA CITTÀ NE PARLA, Cineromanzo a fumetti tratto dal film Meet John Doe (1941) di Frank Capra, in «Cinefotoromanzo», anno IV, n.8, 1° agosto 1960, Roma, Editrice «La Torraccia». Pp. 32. Cm. 34 x 27
TRAMA
A New York, il quotidiano “Il Bollettino” cambia proprietario e ad alcuni redattori viene annunciato l’immediato licenziamento. Tra loro c’è Ann Mitchell, la vivace responsabile di una rubrica “rosa” che la direzione del “Nuovo Bollettino” di G.B.Norton ritiene priva di mordente. Disperata, Ann costringe un vecchio collega a pubblicare, nell’ultimo numero della propria rubrica, la lettera di un immaginario disoccupato, John Doe, che minaccia il suicidio alla vigilia di Natale, denunciando l’ ingiustizia del mondo e quella dell’amministrazione cittadina. La lettera suscita un putiferio nell’opinione pubblica, attirando la solidarietà dei cittadini e l’irritazione del governatore in carica e del sindaco, convinti che si tratti di una provocazione, mentre gli editori concorrenti sospettano un imbroglio. Al direttore del “Nuovo Bolettino” viene imposto di riassumere Ann Mitchell, la quale ammette candidamente di essere l’autrice della finta lettera. La tiratura del giornale è raddoppiata e il caso del “suicidio annunciato” è sulla bocca di tutti, mentre innumerevoli derelitti si presentano in redazione dichiarando ognuno di essere l’autore della lettera. Non resta che trovare uno John Doe in carne e ossa da esibire, disposto a tenere la bocca chiusa in cambio di mille dollari. Tra i tanti possibili candidati al ruolo viene scelto un giovane dall’aria placida e determinata insieme, una promessa del baseball costretta a ritirarsi per un incidente al braccio. Si chiama Willoughby e ha un disperato bisogno di quei soldi per curarsi. A sostenere il giovane è un tipo attempato e scorbutico che si fa chiamare il “colonnello”. Il finto John Doe ottiene così un confortevole alloggio in una suite di albergo e una promessa di agiatezza che indispone il suo diffidente consigliere. Nel frattempo Ann riceve il doppio del compenso per la sua rubrica diventata popolarissima, mentre il governatore è ormai certo che tutta la storia sia la macchinazione di colui che aspira a prendere il suo posto, G.B.Norton, il proprietario del “Nuovo Bollettino”. Questi viene convinto da Ann a far parlare “John Doe” alla radio: sarà lei stessa a scrivere i discorsi alla nazione, traendo spunto dal diario del padre defunto dove sono scritte quelle “parole che la gente vuole ascoltare”. Nel frattempo,Willoughby sogna di tornare a giocare a baseball: il “colonnello” lo accusa di essersi fatto corrompere dal denaro mentre il giornalista di una testata rivale tenta di convincerlo a rivelare la truffa ai microfoni della radio in cambio di 5000 dollari. L’uomo subisce però l’influenza di Ann e decide di leggere in diretta il suo appello a “tutti i John Doe del mondo” perché prendano coscienza della propria condizione e s’impegnino a favore della libertà e della solidarietà sociale. Dopo il discorso, Willoughby fugge in treno con il “colonnello”. A ritrovarlo sarà Ann che gli annuncia l’entusiastica reazione della gente al suo discorso, la nascita di un gran numero di club dedicati a John Doe e l’intenzione, da parte dell’interessato Norton, di sostenere una sorta di movimento popolare intitolato a lui. Spinto dalla sincera adulazione dei fans, l’uomo s’impegna a iniziare un giro di conferenze. È ormai chiaro che il partito di John Doe è utile soprattutto a sostenere la scalata di Norton al Congresso. Willoughby si rende conto di essere diventato la pedina di un’ambiziosa campagna politica: a indurlo alla ribellione provvede il direttore del “Nuovo Bollettino”. E così l’eroe degli “uomini qualunque” affronta a muso duro il perfido Norton attirandosi l’ammirazione di Ann, della quale è innamorato. Norton si rende conto della conversione di Willoughby: lo accusa di tradimento e minaccia di rivelare all’opinione pubblica l’impostura. L’uomo dapprima fugge ma poi decide di affrontare la diretta radiofonica durante la quale Norton lo accusa di non essere John Doe, provocando l’ira della folla. Willoughby prova a difendersi sostenendo di essere stato ingannato, ma ormai è troppo tardi. E così, al sedicente John Doe non resta che attuare il suicidio annunciato. Sul terrazzo del municipio, mentre Willoughby affronta Norton accusandolo di aver ucciso virtualmente John Doe e rivelandogli di aver inviato il proprio testamento ai giornali, sopraggiunge Ann. La donna gli dichiara il proprio amore e lo convince a rinunciare al suicidio. I club di John Doe possono risorgere e al turpe editore non resta che incassare l’ammonimento: “Spero che abbia capito la lezione, Norton!”.
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