lunedì, 7 Ottobre 2024

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Il cammino della speranza di Pietro Germi – Cineromanzo a fumetti in “Cinefotoromanzo Gigante”, n.21, 1 novembre 1956

Il cammino della speranza di Pietro Germi – Cineromanzo a fumetti in “Cinefotoromanzo Gigante”, n.21, 1 novembre 1956

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Tipologia:  Cineromanzo a fumetti

Film di riferimento:  Il cammino della speranza (Italia, 1950) di Pietro Germi. Soggetto di Federico Fellini, Pietro Germi, Tullio Pinelli, ispirato al romanzo "Cuori negli abissi" di Nino Di Maria. Sceneggiatura di Federico Fellini e Tullio Pinelli. Fotografia di Leonida Barboni. Musica di Carlo Rustichelli. Con Raf Vallone, Elena Varzi, Saro Urzì, Franco Navarra, Saro Arcidiacono, Mirella Ciotti

Editore:  Editrice La Torraccia

Origine:  Roma

Anno:  1956 (1 novembre)

Caratteristiche:  Fascicolo spillato con in copertina una fotografia di scena a colori del film "Il cammino della speranza" (soggetto:Raf Vallone e Elena Varzi)

Edizione:  Cinefotoromanzo Gigante, n. 21, 1 novembre 1956

Pagine:  32

Dimensioni:  cm. 34, 7 x 26,5

Note: 

Prima edizione del cineromanzo a fumetti tratto dal film Il cammino della speranza (1950) di Pietro Germi. Il cineromanzo, illustrato dai fotogrammi del film, è stato pubblicato dal mensile «Cinefotoromanzo Gigante» (n.21 del 1°novembre 1956), direttore Edoardo Rovelli, Editrice «La Torraccia» di Roma.

TRAMA

Sicilia, immediato dopoguerra. La chiusura di una solfatara nei pressi di Favara provoca la rivolta di un gruppo di minatori. A guidare un disperato tentativo di occupazione della miniera è Saro Cammarata, un giovane operaio vedovo e con tre pargoli a carico.

Vista l’inutilità della  loro azione, il gruppo si affida a Ciccio Ingaggiatore, un ambiguo personaggio che si offre di condurli in Francia dove, a suo dire, c’è lavoro ben retribuito per tutti. Ma per la legge l’espatrio è proibito e, di conseguenza, il gruppo di emigranti dovrà agire nella clandestinità.

Fra coloro che si mostrano decisi a partire ci sono Saro e i figli, l’anziano ragioniere della miniera, alcune coppie giovani (come quella costituita da Antonio e Lorenza) e altre anziane. Per affrontare il viaggio, la “guida” pretende 20.000 lire a persona, costringendo così ogni famiglia a vendere i mobili di casa, il corredo e ogni altro avere.

Poco prima di salire a bordo della corriera che li condurrà al treno, i giovani Luca e Rosa si sposano nella chiesa del paese.

Tra i viaggiatori c’è pure Barbara Spadaro, una ragazza emarginata dai compaesani e dalla sua stessa famiglia perché ha una relazione con Vanni, un fuorilegge che si aggrega successivamente al gruppo.

Dopo aver attraversato lo stretto di Messina, gli emigranti giungono a Napoli, dove la “guida” Ciccio si rivela un truffatore e tenta di abbandonarli. Messo alle strette  dal losco Vanni, l’uomo si lascia scappare che, a causa della polizia di confine, è impossibile che un gruppo così numeroso riesca a passare la frontiera. La minaccia di Vanni è chiara: non dirà ai compaesani della truffa a patto che Ciccio conduca lui e Barbara in Francia.

Una volta che il gruppo arriva alla stazione di Roma, Ciccio riesce a sottrarsi al controllo di Vanni e lo denuncia ai carabinieri. Ne segue un conflitto a fuoco durante il quale Ciccio si dilegua, e così Vanni. Il resto degli emigranti viene arrestato dalle forze dell’ordine.

In questura gli uomini e le donne vengono interrogati separatamente. Saro raccomanda ai compaesani di non rivelare la vera meta del viaggio che li rende colpevoli di espatrio clandestino. Tutti obbediscono.

Nel frattempo, Lorenza si perde per le strade di Roma alla ricerca della questura dove è stato trattenuto il suo sposo Antonio. Questi, angosciato dalla perdita della moglie, finisce per rivelare le reali intenzioni del gruppo. Agli inquirenti non resta che consegnare a Saro e agli altri il foglio di via obbligatorio per tornare in Sicilia. Ma nessuno di loro intende obbedire all’ordine di rientro e tutti i fogli vengono stracciati.

Il fuggiasco Vanni riesce ad incontrare Barbara e si accorda con lei per rivedersi al confine.

Il gruppo di clandestini decide di proseguire il viaggio comprando il passaggio di un camionista fino in Emilia. Qui incontrano un fattore che offre loro cibo, ospitalità e un temporaneo lavoro nei campi malamente retribuito. Nessuno di loro si rende conto di essere stato assunto solo perché è in corso uno sciopero dei lavoratori agricoli. Durante una manifestazione di questi ultimi, che accusano gli emigranti di essere dei crumiri, scoppiano degli incidenti e la polizia chiede al fattore di allontanare i nuovi assunti.

Nel corso degli scontri tra i dimostranti rimane ferita una delle figlie di Saro. Barbara rinuncia a raggiungere Vanni per tornare indietro ad assistere la piccola, mossa anche da una crescente intesa con Saro, che l’ha sempre difesa dall’ostracismo dei compaesani. È indispensabile l’intervento di un medico che però si trova nel paese presidiato dagli scioperanti. Barbara vi si reca affrontando un clima di forte ostilità e riesce a condurre il medico al capezzale della bimba.

A questo punto gli emigranti si dividono: alcuni, ormai demoralizzati, decidono di tornare in Sicilia, mentre gli altri proseguono, ritrovandosi a Noasca, sul confine italo-francese, dove nel frattempo è arrivato anche il fuggiasco Vanni. Questi si accorge dell’evidente legame di Barbara con i figli di Saro e ne maltratta uno. Saro reagisce con violenza e i due vengono divisi da Barbara che annuncia l’intenzione di volersi dividere da Vanni.

Il gruppo decide di tentare l’ingresso in Francia attraversando a piedi un valico reso impervio da una copiosa nevicata. Durante il tragitto, Vanni ricompare e sfida a duello Saro. I due contendenti si affrontano in un vero e proprio duello rusticano immerso nel paesaggio nevoso. Alla fine è Vanni a soccombere, rimanendo ucciso.

Ai clandestini non resta che proseguire. Nel corso della traversata, il gruppo viene investito da una bufera di cui rimane vittima l’anziano ragioniere che muore assiderato. Gli altri riescono a salvarsi e ad arrivare al confine francese. Quando sembrano a un passo dalla meta, vengono intercettati da due pattuglie di doganieri con gli sci, una francese e l’altra italiana, ai quali appare subito evidente che si tratta di clandestini. Gli agenti, commossi dalle condizioni di povertà e sofferenza degli emigranti, si inteneriscono al sorriso di uno dei bambini e li lasciano valicare la frontiera.

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