I ragazzi di Via Pál di Ferenc Molnár – Edizione Lucchi 1952 con in copertina una foto di scena del film “No Greater Glory” (1934) di Frank Borzage
Autore:  Ferenc Molnár
Tipologia:  Romanzo
Film di riferimento:  No Greater Glory (Stati Uniti, 1934) di Frank Borzage. Sceneggiatura di Jo Swerling, dal romanzo "Pál utcai fiúk" ("I ragazzi della via Pál") di Ferenc Molnár. Fotografia di Joseph H.August. Con George P. Breakston, Jimmy Butler, Jackie Searl, Frankie Darro, Donald Haines, Rolf Ernest, Julius Molnar, Wesley Giraud, Beaudine Anderson, Ralph Morgan, Lois Wilson
Editore:  Tipografia Editoriale Lucchi
Origine:  Milano
Anno:  1952
Caratteristiche:  Brossura con illustrazione a colori: fotografia di scena virata a colori dal film "No Greater Glory" ("I ragazzi della via Pál") di Frank Borzage
Pagine:  128
Dimensioni:  cm. 25 x 18
Note: 
Edizione italiana di I ragazzi della via Pál (Pál utcai fiúk), celebre romanzo dello scrittore ungherese Ferenc Molnár (1878-1952). La prima edizione del romanzo uscì a puntate su rivista nel 1906 e, in volume, dalla «Franklin» di Budapest nel 1907. Si tratta di uno dei romanzi ungheresi più popolari, diventata una lettura obbligatoria nelle scuole elementari di quel paese. È uno dei libri ungheresi più tradotti nel mondo (dall’Italia al Giappone) ed è diventato un longseller con centinaia di edizioni.
In questa edizione “popolare” 1952 della Tipografia Editoriale Lucchi il romanzo ha la traduzione di P.Szànto e L.Garrone, è illustrata da 5 disegni a china, ed esibisce in copertina una fotografia di scena virata a colori del film No Greater Glory (Stati Uniti, 1934) di Frank Borzage.
« Il mondo descritto nel romanzo è esclusivamente quello dei giovanissimi: i pochi adulti che appaiono sulla scena sono visti con gli occhi dei ragazzi, la cui mentalità Molnár sa cogliere con accenti delicatissimi e con sottili sfumature psicologiche. Le passioni, gli entusiasmi e le lotte di questi giovani non sono una riproduzione in piccola scala di quelle dei grandi, ma rispecchiano fedelmente i moti interiori dell’adolescenza in un discorso dove è compatta l’unità di tono e vibrante la partecipazione dell’autore. » (Guglielmo Capacchi, in Dizionario Bompiani delle Opere, Volume ottavo, Milano, Bompiani, 2005)
Sinossi: 
Il romanzo è ambientato nella primavera del 1889. Un gruppo di scolari della scuola media di Budapest, di fronte al pericolo di perdere il loro campo di giochi della via Pál, minacciato dalla banda rivale delle Camicie Rosse che si trova a disagio in un isolotto dell’Orto botanico, costituisce un piccolo esercito.
Insieme a Boka si schierano Geréb, Nemecsek e altri ragazzi che si riuniscono in via Pál: si tratta di un terreno libero delimitato dalle case popolari, nei pressi del quale si trova anche un deposito di legname, la Cittadella, alla cui guardia c’è un grosso cane. Ad aspirare al grado di “generale” è Boka, più saggio ed equilibrato dei suoi compagni, mentre tutti gli altri sembrano destinati a gradi inferiori, copiati da quelli in uso nelle gerarchie militari degli adulti. Tutti aspirano al grado di capitano o di tenente, a eccezione del gracile e timido Nemecsek, l’unico a rimanere un soldato semplice, spesso vittima delle sevizie dei propri compagni dopo essere finito nel “quaderno delle punizioni”.
Durante un’incursione, un distaccamento di Camicie rosse, guidata dal forte e valoroso Ats, riesce a portar via la bandiera della fortezza che i ragazzi della via Pál hanno costruito su una delle cataste di legname. Qualcuno ha dimenticato di serrare la porta del campetto, o forse si tratta di un traditore che l’ha lasciata aperta volontariamente.
Boka, dopo esser stato votato ancora una volta “generale” (con 11 voti contro i 3 dati a Geréb), organizza allora una spedizione per rientrare in possesso della bandiera. A seguirlo sono Nemecsek e a Csonakos.
Dopo avere scavalcato il muro di cinta arrampicandosi su un albero di carrubo, il gruppo della via Pál si dirige verso l’isoletta dei nemici. Nemecsek cade però accidentalmente e, per nascondersi dalle Camicie rosse, si getta di proposito nella vasca dei pesci rossi buscandosi così un raffreddore.
Boka e gli altri scoprono il tradimento perpetrato da Geréb, invidioso per essere stato sconfitto nell’elezione del “generale”: pare che il ragazzo abbia raccontato tutti i loro segreti al “nemico” Ats, mettendo così in serio pericolo le strategie del proprio gruppo.
Del gruppo di quelli della via Pál fanno parte gli adepti della “Società dello Stucco”, formata da tutti i componenti la banda ad eccezione di Boka e Csónakos. Nonostante l’avversione di un severo professore, forte oppositore di qualsiasi associazione, i ragazzi proseguono di nascosto la raccolta di stucco, francobolli, fil di ferro, qualche spicciolo e altri oggetti che potrebbero risultare utili al gruppo.
A un certo punto i membri della “Società” bandiscono Nemecsek per aver abbandonato il luogo a lui assegnato in precedenza: in realtà il ragazzo stava inseguendo il traditore Geréb, che aveva riconosciuto mentre stava cercando di corrompere il guardiano Jano.
La salute di Nemecsek è precaria, ma ciò non gl’impedisce di recarsi nuovamente, e questa volta da solo, all’Orto botanico, mentre è in corso una delle riunioni delle Camicie Rosse. Scoperto, viene minacciato e poi scaraventato per punizione nel laghetto. Il bagno gelido non fa che aggravare le sue condizioni. Riunitosi coi suoi compagni, il ragazzo cerca di nascondere i colpi di tosse che lo scuotono. La sua lezione di dignità segna Geréb, spingendolo a pentirsi del tradimento commesso.
Quando le Camicie rosse dichiarano guerra aperta, Geréb torna tra i ragazzi della via Pál, proprio mentre questi stanno organizzano le difese in cima alle cataste di legno: vuole chiedere perdono a Boka e ai suoi ex compagni, ma il “generale” lo respinge sdegnosamente, lasciandolo affranto.
Il padre di Geréb, quando si accorge del pianto dirotto del figlio, raggiunge il campo di battaglia per chiedere spiegazioni. I membri della Società dello Stucco scaricano la responsabilità su Nemecsek che, nel frattempo, si abbandona esausto fra le braccia di Boka e viene portato a casa.
Ben presto si scopre che Nemecsek, ormai costretto a letto da una febbre altissima, ha taciuto la verità al padre di Geréb, negando il tradimento del ragazzo e prendendo su di sé la colpa del suo allontanamento dal gruppo.
Mentre Boka predispone la trincea di difesa, con le bombe di sabbia e le lance accatastate in cima alla legnaia, ed illustra il piano definitivo dell’imminente battaglia, ecco arrivare una lettera da parte di Geréb con la quale egli si dichiara pentito. Come segno di riscatto non gli resta allora che trasmettere ai ragazzi della via Pál alcune preziose informazioni sui nemici: questo gesto gli consente di essere perdonato e riammesso nel gruppo.
Inizialmente la serrata battaglia avvantaggia le truppe di Boka, ma ben presto la situazione precipita. Le Camicie rosse incalzano e sono sul punto di vincere quando si apprestano a liberare i propri compagni fatti prigionieri. È allora che Nemecsek, scappato di casa nonostante la febbre alta, si getta su Ats riuscendo a stenderlo a terra e facendo vincere la battaglia a Boka e ai suoi.
L’atto d’eroismo costa caro a Nemecsek che, una volta tornato a casa, muore di polmonite nel suo letto. Prima di chiudere gli occhi per sempre, il ragazzo incontra Boka: dopo uno straziante dialogo, il “generale” riconosce il coraggio mostrato dal suo “soldato semplice”. Lo stesso vorrebbero fare i ragazzi della Società dello Stucco, pentiti della loro crudeltà nei confronti del piccolo eroe, ma arrivano troppo tardi.
Sconvolto dalla tragedia, Boka si reca di corsa al campo conquistato dai ragazzi della via Pál e scopre che il proprietario del terreno incolto è intenzionato ad aprire un cantiere per un nuovo palazzo. Una nuova consapevolezza sembra conquistarlo insieme all’idea della vanità di tutto.
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