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Rosetta, la palermitana che doppiava Marilyn

Rosetta, la palermitana che doppiava Marilyn

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Tipologia:  Articolo

Testata:  La Repubblica, ed. Palermo

Data/e:  15 giugno 2014

Autore:  Umberto Cantone

Articolo: 

Di Rosetta Calavetta, palermitana del 1918 (o del ‘14 secondo alcune biografie), pochi ormai ricordano nome e mestiere. Ma per una certa generazione di spettatori di film è facile rintracciare nella memoria l’eco del suo inconfondibile, incantevole timbro.

Rosetta è stata la voce italiana di Biancaneve e di Crudelia Demon nei classici disneyani, di Deanna Durbin e di Doris Day, di Lana Turner e di Kim Novak, e di altre decine di stelle del firmamento hollywoodiano quando queste luccicavano incontrastate dai grandi schermi del cinematografo che fu. Ma a rendere familiare la squillante solarità dei suoi acuti è soprattutto la “sua” Marilyn Monroe, doppiata a partire dal 1952, in “La confessione della signora Doyle” di Fritz Lang.

Purtroppo, l’attuale e funesta pratica che impone pompati restauri sonori in Hi-Fi, e conseguenti ridoppiaggi, alle vecchie pellicole per le versioni digitali, rende sempre più rare le occasioni di godere dell’abilità interpretativa di quei formidabili veterani (Cigoli, De Angelis, Lattanzi, Simoneschi, per citarne solo alcuni, accanto al corleonese Vinicio Sofia e ai palermitani Corrado Gaipa, Gianfranco Bellini e Cesare Barbetti). Fa eccezione la recente edizione del cofanetto in Blu-ray di “Forever Marilyn” della Fox Entertainment, sontuosa antologia dei film della diva, dove è stata conservata l’originale traccia audio in italiano.

Rosetta doppiava con sapienza da vera attrice. Del resto, lo era stata a tutto tondo – dopo essersi trasferita a Roma e prima di diventare, nel 1945, una delle colonne portanti della Cooperativa Doppiatori Cinematografici – lavorando in produzioni dirette da Gallone, Brignone e Righelli.

Godetevi pure lo spessore dei vibrati regalati dalla Calavetta alla Marilyn di “A qualcuno piace caldo” durante i funambolici duetti in coppia con Pino Locchi/Tony Curtis e Giuseppe Rinaldi/ Jack Lemmon, gran virtuosi da applauso. Oppure le intonazioni malinconicamente sensuali incise per il personaggio della Monroe secondo Arthur Miller ne “Gli spostati”. O ancora l’estensione e le coloriture della seducente gamma tonale dispiegata per Pola Debevoise in “Come sposare un milionario” e per l’irresistibile vicina di casa in “Quando la moglie è in vacanza”.

Godetevi l’impeccabile partitura di queste performance sopraffine e, fra una battuta e l’altra, ricordatevi che, grazie a Rosetta (scomparsa nel 1993), un po’ di sangue palermitano scorre nel corpo sonoro di quella irripetibile sirena che fu la sua, la nostra Marilyn.

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