Germogliano sempre i nocciòli (Il y a encore des noisetiers) – Prima edizione italiana
Autore/i:  Georges Simenon
Tipologia:  Romanzo
Editore:  Mondadori, Collana "Scrittori italiani e stranieri"
Origine:  Milano
Anno:  1971 (luglio)
Edizione:  Prima italiana
Pagine:  160
Dimensioni:  cm. 20,5 x 13,5
Caratteristiche:  Legatura in tela blu, sovraccoperta con disegno a colori di Ferruccio Bocca
Note: 
Prima edizione italiana di Il y a encore des noisetiers, pubblicato in originale da Presses Cité nel 1969. Il romanzo è fra i pochi titoli di Simenon compresi nella prestigiosa collana mondadoriana Scrittori italiani e stranieri. Traduzione di Elena Cantini. Finito di stampare presso le Arti Grafiche delle Venezie di Vicenza nel luglio 1971.
Sinossi: 
Incipit: ” Quella mattina, al risveglio, ero forse più felice degli altri giorni? Non saprei dirlo e la parola felicità non ha poi molto senso per un uomo di settantaquattro anni. Di quel giorno, tuttavia, mi è rimasta impressa la data: 15 settembre, martedì. Alle sei e venticinque, la signora Daven che io chiamo la governante, è entrata in camera, silenziosa come un’ombra, ha posato una tazza di caffè sul comodino prima di dirigersi verso la finestra e tirare le tende. Ho visto subito che il cielo era coperto, l’aria nebbiosa: forse pioveva. Ci siamo detti solo buongiorno. Parliamo sempre poco. Mentre bevevo il primo sorso di caffè, lei ha messo in ordine i vestiti che mi ero tolto la sera prima e io ho aperto la radio per il notiziario del mattino. Questi gesti sono ormai come altrettanti riti. Si sono creati a poco a poco e non saprei dire perché li eseguiamo religiosamente. (…) ”
Dalla nota al risvolto di sopraccoperta: ” Settantenne, ma ancora in ottima forma, il ricco banchiere parigino François Perret-Latour si è sposato tre volte e ha tre volte divorziato. Ora vive solo, in un lussuoso appartamento della place Vendôme. Benché posa considerarsi ancora discretamente felice, egli sente intorno a sé la stretta della solitudine e dell’indifferenza. Alcuni segni lo avvertono che la corsa della sua vita verso la fine ha avuto un’improvvisa accelerazione. (…) Ma la rassegnazione non è nella natura di Perret-Latour. Egli reagisce con vigore e un estro impensabili. Trova la solitudine insopportabile, la vita agiata e confortevole che conduce vuota e insignificante. E per smantellare le difese che si è costruito in anni e anni di egoismo, si allea con due ragazze che irrompono nella sua esistenza con l’ardore, la passione e la libertà della gioventù d’oggi. Praticamente, riesce a dare scacco alla vecchiaia, all’isolamento, alla morte e a ritrovare nella propria vita nuovi scopi e significati riconoscendo come suo il figlio illegittimo della nipote. (…) ”
Da “Georges Simenon – Alla scoperta di un protagonista del Novecento” di Stanley G. Eskin (traduzione di Gianni Da Campo), Venezia, Marsilio Editore, 1996: ” (…) Perret-Latour è un dignitoso ritratto romanzato di un Simenon ormai maturo: ha condotto un’esistenza affascinante, convulsa, e ora si rende conto che ciò che conta nella vita sono le piccole cose. (…) Ha anche una governante che lo circonda di tenerezza e spesso sogna di essere un patriarca attorniato dalla famiglia – un ideale che riesce a vivere solo in modo indiretto e, per così dire, simbolico -quasi per scongiurare l’alienazione e lo sfaldamento famigliare che hanno segnato la sua vita. Quando Jean Renoir parla di un libro in cui Simenon “aveva messo il massimo di sé stesso”, si tratta probabilmente di Il y a encore des noisetiers : su quest’opera scriverà una critica entusiastica con l’intenzione di ricavarne un film. (…) ”
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