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Don Chisciotte, personaggio in cerca d’autore

Don Chisciotte, personaggio in cerca d’autore

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Tipologia:  Articolo

Testata:  La Repubblica, ed. Palermo

Data/e:  20 settembre 2015

Autore:  Umberto Cantone

Articolo: 

Non c’è miglior modo di celebrare un classico che verificarne le influenze, anche le più trasversali. E così, nel 2015 che è l’anno del libro su cui si fonda il romanzo moderno, “Don Chisciotte” di Cervantes (la cui prima parte fu scritta nel 1605 mentre la seconda uscì nel ’15), va recuperata la novecentesca affinità che lega quel capolavoro alla «tragedia» dei personaggi pirandelliani. Per farlo, è sufficiente rileggere uno dei magnifici capitoli di “Pirandello e la Sicilia” (1968) di Leonardo Sciascia. In “Con Cervantes” lo scrittore di Racalmuto disseziona alcuni passaggi di un raro saggio del filologo ispanico Américo Castro nel quale è suggerito come evidente quel debito: non che Pirandello abbia imitato Cervantes, al quale «la letteratura deve l’arte di stabilire interferenze tra il reale e il fantastico», ma è che in “Don Chisciotte” troviamo per la prima volta «il personaggio che parla di sé in quanto personaggio, che reclama in nome della sua esistenza a volte reale e a volte letteraria» e «questo è il punto centrale dei “Sei personaggi”, da cui tutto il resto è pura conseguenza». È ironica la prospettiva che Cervantes architetta, nel dare al suo don Chisciotte una doppia natura reale e letteraria, spingendolo a completare le avventure con la notizia che qualcuno ha pubblicato un apocrifo della sua storia. Ma nella sua disanima su Cervantes y Pirandello (poi ripresa in uno scritto del 1984 pubblicato in “Ore di Spagna”), Sciascia individua nello spagnolo Unamuno, principale commentatore novecentesco del “Don Chisciotte”, l’autore che rende «meno lontana e fortuita» quella relazione. Grazie a Unamuno – per il quale la vita dell’hidalgo è diventata un sofferto percorso “di rifrazioni, di prospettive e di fughe” – l’abbattimento della parete tra realtà e fantasia, da gioco che era per Cervantes si è trasformato in “dramma” per Pirandello e i suoi personaggi agiti da lacerazioni e schisi.

Quanto al “donchisciottismo” mutato in tragedia, Sciascia ne citò l’esempio reale, in un articolo su “L’Ora” del 1964, evocando l’ultima uscita pubblica proprio di Unamuno, quando egli, all’Università di Salamanca nell’anno della sua morte che fu il fatidico 1936, fronteggiò uno dei generali di Franco che aveva osato inneggiare alla morte gridando “Abbasso l’intelligenza”: “Voi vincerete con la forza bruta ma non ci persuaderete – rispose Unamuno – perché vi mancano ragione e diritto alla lotta!”. E dopo quelle parole tacque per sempre.

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