Agostino di Alberto Moravia – Prima edizione con 2 incisioni di Renato Guttuso
Autore/i:  Alberto Moravia
Tipologia:  Romanzo
Editore:  Documento per Bompiani
Origine:  Roma
Anno:  1944 (febbraio)
Edizione:  Prima
Pagine:  (8)100
Dimensioni:  cm. 24 x 17, 5
Caratteristiche:  Legatura canapa e cartone con acquaforte su zinco applicata di Luigi Bartolini
Note: 
Prima edizione di Agostino, romanzo breve di Alberto Moravia.
Questa edizione, pubblicata nella collezione «La Margherita» (a cura di Federico Valli) per la Documento Editore di Roma, si compone di 500 esemplari numerati comprendenti ciascuno, fuori testo e sciolte, 2 incisioni su pietra di Renato Guttuso, stampate al torchio dal calcografo Roberto Bulla, firmate e numerate dall’autore. Le pietre, incise da Guttuso, sono state biffate dopo la stampa degli esemplari occorrenti per questa edizione.
Finito di stampare nel febbraio 1944 su carta di pura cellulosa, per la Documento Editore di Roma, d’accordo con la Casa Editrice Bompiani di Milano, nello Stabilimento Staderini di Roma, che ha curato anche la rilegatura dei volumi.
La tiratura limitata fu utilizzata dall’editore per aggirare il divieto, imposto dal regime nel 1941, a Moravia, di pubblicare sotto pseudonimo, che impedì anche a Bompiani di pubblicare questo romanzo. Luigi Bartolini, che doveva realizzare le illustrazioni del volume, rifiutò per evitare di avere noie con il regime.
Agostino è stato scritto nel 1942 ad Anacapri nel mese di agosto, da cui deriva il titolo, ma non fu pubblicato a causa del veto della censura fascista a causa dell’argomento ritenuto troppo scabroso.
Dopo la prima edizione (a tiratura limitata di 500 copie) del 1944 presso la casa editrice romana Documento, il romanzo fu ripubblicato nel 1945 da Valentino Bompiani con due diverse sovracoperte – la prima con un ritratto di Moravia e la seconda con un’illustrazione a colori de La Spiaggia di Georges Braque. Entrambe le edizioni pubblicarono nel testo le due incisioni di Renato Guttuso che, nella prima edizione, erano state allegate sciolte e firmate dal loro autore.
Agostino vinse, nel marzo del 1946, il premio del Corriere Lombardo, il primo istituito dopo la caduta del fascismo. Ottenne molto successo in Francia, inaugurando così la fortuna delle traduzioni delle opere moraviane. Unanimemente considerato una delle più riuscite opere narrative di Moravia, il romanzo fu compreso nel volume dei Romanzi brevi, insieme a La mascherata, La disubbidienza e L’amore coniugale. “Quel libro è la cerniera che congiunge Gli indifferenti ai miei libri successivi”- dichiarò l’autore.
E in effetti, Agostino rappresenta la conclusione della ricerca seguita al precoce successo del romanzo d’esordio, e l’avvio di una narrativa più sicura dei propri mezzi (non più “racconti lunghi” ma “romanzi brevi”) e dei propri temi: in primo luogo l’indagine sulla dimensione profonda del personaggio, illuminata attraverso esperienze iniziatiche sul piano sessuale e sociale, e colta soprattutto nella fase adolescenziale, come in La disubbidienza (1948) e in Il conformista (1951). Agostino fu in seguito incluso nel volume Opere 1927-1947, curato da Geno Pampaloni, comprendente l’Autobiografia letteraria dell’autore, pubblicato nel 1986 nella Collana dei «Classici» Bompiani.
Dal romanzo è stato tratto nel 1962 l’omonimo film di Mauro Bolognini, interpretato da Ingrid Thulin, Paolo Colombo e John Saxon.
Sinossi: 
Agostino, un ragazzo di tredici anni, vive con la madre, una vedova ancora attraente, per la quale nutre un’autentica venerazione. La vicenda è ambientata a Viareggio durante i mesi estivi. Agostino assapora l’estasi infantile del suo rapporto idilliaco, vissuto nella piena confidenza di giornate godute insieme sulla spiaggia assolata, scandito dai rituali privilegiati, come quello del bagno, nei quali madre e figlio giocano e scherzano con ancestrale intimità.
Tale atmosfera protettiva viene interrotta dall’intrusione di Renzo, un bagnino che chiede di potersi unire a loro e invita la donna a fare un bagno. La donna si lascia sedurre e comincia a frequentare il giovane spasimante. I gesti e le parole d’intesa dei due amanti, sotto l’ombrellone e durante le gite in mare, restano incomprensibili ad Agostino nella loro sostanza, ma lo feriscono profondamente. Più che la grossolana arroganza di Renzo è il comportamento irriconoscibile della madre a provocare in lui, accanto a un disgusto improvviso, il sentimento angosciato di abbandono.
Emarginato e poi umiliato da uno schiaffo della madre, Agostino si allontana dalla nuova coppia. Conosce così Berto che gli presenta un gruppo di giovani del posto, Berto, Tortima e gli altri, molto diversi da lui per estrazione sociale ed educazione. Sfrontati e volgari, spietati ma vitali, questi diventano i persecutori ma anche i maestri di vita di Agostino. E Agostino si avvicina a loro, attirando l’attenzione del protettore del gruppo, il più anziano pescatore Saro, proprietario di una barca, che intrattiene una relazione omosessuale con Homs, un giovanetto di colore.
Agostino regala al gruppo alcune sigarette sottratte dalla borsa della madre, e così viene accolto dai giovani del gruppo che gli affibbiano il soprannome di “Pisa”, città dove Agostino è nato. Il ragazzo apprende dai nuovi amici che la madre è considerata da tutti loro una donna dai facili costumi e ne prova un forte turbamento. Quando, ignaro delle conseguenze, viene invitato in barca dal pescatore, Agostino si vede costretto a fronteggiare gli approcci di Saro che però, vista l’ingenuità del giovane, desiste dalle proprie pretese.
È da Tortima che Agostino apprende dell’esistenza di alcuni postriboli nel posto. Dopo aver sorpreso la madre intenta a baciare Renzo, il ragazzo, per emulazione e per vendetta, ruba una somma dalla borsa materna e si reca con l’amico dalle prostitute. Giunti entrambi allo squallido bordello, Agostino viene respinto perché troppo giovane mentre Tortima s’intrattiene con la tenutaria come un normale cliente.
Turbato da questa umiliante esperienza, Agostino si rifugia dalla madre. A lei chiede di tornare a casa e di non essere più trattato come un bambino ma come un uomo.Per Agostino, tutto è accaduto ma niente si è ancora compiuto. Significativo in questo senso è il finale del romanzo: «Non era un uomo, e molto tempo infelice sarebbe passato prima che lo fosse».
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